Si affronti il tema dell’accesso alla professione legale con serietà e nervi saldi
Esame abilitazione 2020 senza prova scritta e con esame online seduti in salotto? no grazie.
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“Esame di abilitazione alla professione di avvocato da subito senza prova scritta e con esame orale online seduti nel salotto di casa? No grazie, questo non è un modo serio e responsabile di affrontare il tema importante dell’accesso alla professione di avvocato. Non si speculi al riguardo e non ci si lasci travolgere dall’emotività della pur difficilissima situazione in cui si trova il Paese; invece, si affronti il tema dell’accesso con responsabilità e nervi saldi”.
Così il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini in merito alle sempre più ricorrenti voci che vorrebbero, per l’esame per l’accesso alla professione di avvocato in calendario per i prossimi 15, 16 e 17 dicembre, forme di svolgimento alternative rispetto a quelle oggi previste.
“Alimentare la confusione in questo momento è deleterio, dunque – continua Pansini – si proceda per gradi senza sovrapporre piani di discussione delicati e diversi tra loro: si completino innanzitutto le prove orali relative alla passata sessione di esame nel rispetto della parità di condizioni e trattamento per tutti i candidati che oggi concorrono per l’abilitazione; si predispongano poi, per le prove scritte della prossima sessione di dicembre, misure di distanziamento fisico idonee al loro corretto svolgimento e in condizioni di sicurezza; infine, si affronti il tema dell’accesso alla professione con coscienza, prendendo atto della necessità di una complessiva riforma che intervenga sulla pratica forense, sul farraginoso sistema delle scuole forensi obbligatorie, sull’esame di stato, e che coinvolga anche le università di giurisprudenza e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca”.
“La legge professionale del 2012, pur essendo integralmente da riformare, afferma il condivisibile principio di favorire l’ingresso alla professione di avvocato e l’accesso alla stessa, e in particolare alle giovani generazioni, con criteri di valorizzazione del merito; quindi è compito delle componenti istituzionali e associative dell’Avvocatura, del Ministero della Giustizia e della politica rifuggire da soluzioni sempliciste e affrontarne gli aspetti più spinosi con competenza, visione d’insieme e prospettiva futura della professione” – conclude Pansini.
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