Stati Uniti d'Europa. Corte contro Corte.
Un’occasione da non perdere Sembra che nel nostro Paese ci sia una irrefrenabile vocazione a discutere del nulla

Questa caratteristica è ben rappresentata nel romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, che descrive la figura di Don Ferrante durante la peste che colpì Milano nel 1630. Forte dei suoi convincimenti astrologici, che rifiutavano le posizioni della scienza e della medicina, Don Ferrante nega risolutamente che il contagio dovuto alla peste possa propagarsi da un corpo all’altro. Sicchè, per giorni, si è discusso e si discute, sul significato della parola “congiunti”, inserita in un decreto del presidente del Consiglio, invece di concentrare l’attenzione su ciò che accadeva nel resto d’Europa. Quel che è accaduto è che la Corte Costituzionale tedesca, mette in dubbio l’attività della Banca centrale europea, nel periodo del Qe, e contesta l’autorità della Corte di Giustizia europea. E’ un attacco alle istituzioni europee perché, per la Corte tedesca, queste si comportano come fossero espressione di uno Stato, ma la BCE e la Corte di Giustizia europea non sono espressione di uno Stato federale ma di una insieme di Stati, una Unione, appunto. È un’occasione per rivedere i Trattati europei in senso federalista. Nella sentenza della Corte Costituzionale tedesca, vi leggiamo l’indicazione della scelta che i Paesi dell’Ue dovrebbero fare: avviare un processo di federalizzazione o confermare l’attuale situazione, cui seguirebbe il ritiro della Germania dalla BCE, della quale è il primo contribuente. Il che ci riguarderà da vicino: chi acquisterà i titoli di Stato italiani?
Speriamo che gli odierni seguaci di Don Ferrante se ne rendano conto, prima che la peste, cioè il tracollo economico, si propaghi e ci imponga patrimoniale, diminuzione dei servizi e aumento delle tasse.
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