Toghe, riforme e forche all'inaugurazione dell'anno giudiziario nel tripudio della rappresentanza infedele
"La Francia è la patria della Rivoluzione!! La Francia è la patria dei diritti !!Gli avvocati francesi hanno gli attributi!!"
Frasi utilizzate per stigmatizzare la protesta francese a fronte dell’indolenza italiana e l’ accostamento, prima facile è sicuramente condivisibile . Nella sostanza però le situazioni non sono assimilabili perché diverse “negli uomini” che le sostengono e nel substrato culturale di cui sono espressione. La rivolta degli avvocati in Francia è sostenuta dall’equivalente del Cnf, l’organo che ha la rappresentanza istituzionale dell’avvocatura, che è sceso in piazza a protestare “con l’avvocatura”. Il rappresentante è una donna, particolare di non secondaria importanza e non è un organismo che versa in condizioni di illegalità tale da essere ricattabile come invece in Italia. Noi italiani medi, noi avvocati medi, al di là dall’esprimerci come meri opinionisti social, facciamo finta di ignorare la nostra reale situazione, che ci vede in ostaggio di rappresentanze corrotte e asservite alle rendite di posizione acquisite , rappresentanze che hanno latitato in sede di riforme ed adesso si agitano sommessamente invocando guerre ,rivoluzioni e partecipazione. La realtà è che la vera mobilitazione dovrebbe essere sostenuta dalle rappresentanze politiche ed istituzionali, quelle legali, quelle non ricattabili, quelle che rivendicano rappresentanza e poteri attribuiti dalla legge ma sottratte “da altri”. Nella richiamata “ammuina”, che purtroppo continuo a citare perché non mi sovviene termine diverso e più rappresentativo, nel continuo spostarsi da destra verso sinistra e viceversa, le posizioni si mischiano, si confondono e si perdono di vista gli obiettivi fondamentali…e la nave si ribalta !!
Si contesta e deride Bonafede, ma Bonafede ha trattato con la nostra rappresentanza istituzionale e ha siglato il patto sulle riforme con supina acquiescenza del Cnf. Si contesta Davigo ed altri come lui, perché giustizialista ma Davigo è espressione anche di quella parte della magistratura, che nonostante il ruolo ricoperto, si permette “lezioni” ad una avvocatura assente in tema di riforme , contenuti ed elaborazione.
L’eversiva inamovibilità degli illegali al Cnf , da nessuno di fatto contestata, se non da chi ha richiesto il commissariamento del Cnf ed intentato ricorsi avverso detta situazione, continua a non essere argomento sentito…argomento da rivoluzione per la legalità violata …ma ci agitiamo per tutto il resto…tutto il resto che è amara conseguenza della legalità violata e barattata. A Mascherin spetta presenziare all’inaugurazione dell’anno giudiziario…ci andrà e ci rappresenterà tutti degnamente…perché questo siamo, un popolo di mediocri nelle mani di altrettanto mediocri commedianti che ogni giorno barattano le nostre sorti sul tavolo dei loro interessi. In un sistema in cui il Governo , con il suo ministro , ignora in maniera evidente “l’illegalità consumata e reiterata delle istituzioni forensi” , dal Cnf ai localismi dei Coa e presta attenzione al solo rilievo delle riforme , non vi è via di scampo per ritenere che il patto “stato/antistato” …stia continuando il suo percorso , secondo il disegno già tracciato da chi comanda sul silenzio e sull’inerzia degli inetti. Comunque vada, l’avvocatura ormai è destinata a soccombere. La pratica della complessità, l’educazione al ragionamento complesso necessitano di formazione ed analisi critica ed obiettiva dei dati “oggettivi” a disposizione delle masse. La fruizione dei dati e la loro conoscenza è oscurata e “asservita ai più “e quando è fruibile, poco comprensibile , perché mal veicolata a chi potrebbe recepirla. Solo uno sforzo univoco di competenze individuali, riunite in un unico progetto, non asservito a nessuna logica di potere “locale o centrale” che sia, svincolato da individualismi travestiti da “bene comune ” può condurre alla vera ed utopistica “semplificazione della complessità “. Considerazioni impopolari , per chi non vuole vedere…per chi non vuole cambiare. Sarà difficile operare una selezione di capacità individuali “idonee allo scopo” condotta sull’analisi delle effettive capacità individuali e nel vero e serio ancoraggio agli obiettivi che si intendono perseguire. Il compromesso può essere utile solo quando comporta uguali rinunzie tra i “contendenti” per l’univocita’ dello scopo ed “a patto” che apporti beneficio ad entrambi. Compromettersi rinunziando alla tutela degli interessi che si dovrebbero rappresentare e tutelare… equivale a vendersi. Il sano rapporto tra egemonia culturale e coscienza morale impone che alla ribellione morale che determina , cortei e mobilitazioni non segua l’opposizione del muro di omertà dei sudditi coscienti e dei mediocri silenti. Ebbene il concetto di ribellione morale è palpito inespresso quando all’interno delle istituzioni, nelle istituzioni forensi appunto, ti senti usurpato dell’unica garanzia posta a tutela dei diritti che meriterebbero tutela…la Legalità! Non c’è toga che non si strappi, non c’è riforma equilibrata tra istituzioni politiche e forensi credibile…resta la sola forca per decapitare il potere criminale che a ciò ci ha condotti.
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