Un fallimento totale il Concorso Sud per 2.800 posti nella P.A.
Il Ministero guidato da Renato Brunetta costretto a riammettere circa 70mila candidati
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Al concorso per i 2.800 posti nella P.A voluto dal ministro Renato Brunetta si presentano in pochi, tanto che il Ministero ha aperto ai circa 70mila candidati che avevano presentato domanda di partecipazione e per i quali era stata già effettuata la valutazione dei titoli.
“”, secondo il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni mentre da Lussemburgo il ministro del Lavoro Andrea Orlando interviene su un altro tema spinoso, quello del salario minimo, a cui è legata anche un’altra componente della maggioranza, il M5s. “Siamo favorevoli all’introduzione del salario minimo che non indebolisca la contrattazione e anzi la rafforzi”, spiega Orlando nel Consiglio europeo dei ministri del Lavoro aggiungendo che “vanno definiti i criteri dei soggetti autorizzati alla contrattazione”.
Ma certo a far discutere è la bassa partecipazione per il cosiddetto Concorso Sud, in un momento in cui il tema del lavoro scavalca addirittura l’emergenza sanitaria in alcuni casi e i sindacati sono ancora in trincea a difesa del blocco dei licenziamenti. “Moltissimi non si sono presentati – afferma Fratoianni – e molti altri non hanno raggiunto il punteggio minimo”. “Il risultato finale? – conclude – Il bando è stato cambiato in corso d’opera – e sono stati ammessi tutti coloro che hanno fatto domanda e sono in possesso dei requisiti minimi. Da 8mila ad oltre 70mila persone. Un ‘contrattempo’ che ci costerà tempo e soldi”.
Il ministero aveva del resto fatto sapere che il ciclo di selezioni per il Concorso Sud, finalizzato all’assunzione a tempo determinato di 2.800 tecnici nelle amministrazioni del Mezzogiorno, dopo la prima tornata di esami conclusa venerdì scorso, dal prossimo 22 giugno prevede la convocazione per la prova scritta anche gli altri circa 70mila candidati che avevano presentato domanda di partecipazione e per i quali era stata già effettuata la valutazione dei titoli”. Tutto questo appunto “in ragione della bassa partecipazione degli 8.582 candidati ammessi, inferiore al 65% in media e addirittura inferiore al 50% in alcune regioni, e della assoluta necessità di garantire l’interesse pubblico di vedere ricoperte tutte le 2.800 posizioni ricercate”. È stata quindi decisa una modifica del bando, superando ed eliminando il limite originariamente fissato per l’ammissione alla prova scritta, pari a tre volte il numero dei posti messi a bando più gli ex aequo”.
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