Una strana giornata l’apertura del 55° Congresso Nazionale del Notariato
Il rimbalzo non è stato quello, prevedibile, tra gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni della politica e quelli delle Istituzioni del notariato, ma quello tra gli accadimenti della sala e le voci dei corridoi della politica
La ministra di Giustizia Marta Cartabia, in apertura, ha lodato la capacità del Notariato di reinventarsi accettando le sfide della modernità e della digitalizzazione.
Ha sottolineato come, nel pieno della pandemia, il notariato non solo abbia saputo tenere saldo il presidio della sua indifferibile indispensabilità (chissà se era già in sala e cosa avrà pensato la vice presidente del senato Anna Rossomando autrice di quel mortale emendamento la cui genesi ed il cui ritiro ancora oggi sono avvolti nel mistero ma che avrebbe paralizzato per mesi l’attività notarile), ma abbia dimostrato inventiva e flessibilità nell’organizzazione delle assemblee in totale teleconferenza.
Una lode a un’iniziativa che aveva diviso il notariato, per ragioni di fatto fondate sulla difesa della competenza territoriale, sfociando in una delibera censoria (seppur mai diffusa), nei confronti delle Commissioni che elaborano massime in diritto societario, adottata a maggioranza dal Consiglio Nazionale e che oggi, alla luce del petto gonfio mostrato avanti la Ministra, il Consiglio Nazionale dovrebbe avere il buon gusto di revocare.
Ci si attendeva, era lecito farlo, che il Ministro parlasse della novità contenuta nelle prime bozze del DDL concorrenza riguardo alla competenza nazionale ma così non è stato.
E nel frattempo si rincorrevano le voci sull’inserimento o sulla scomparsa di una norma che, più o meno, suonava così: “Il notaio, fermo restando il rispetto degli obblighi connessi al suo ministero nella sede assegnatagli, può esercitare le sue funzioni su tutto il territorio nazionale”.
Che queste voci non fossero infondate lo dimostra il fatto che la presidente Rubertelli, in un discorso di alto profilo che ha coniugato orgoglio per il ruolo e contenuto propositivo, ha ritenuto di dover “sottolineare la fondamentale importanza di salvaguardare l’attuale impianto della competenza territoriale, senza estenderla oltre il territorio della Regione”.
Alla fine della giornata, dopo aver ascoltato interessanti tavole rotonde che avrebbero meritato anche di ospitare (specialmente quella che ha visto protagonisti i rappresentanti della politica) voci meno plaudenti al notariato, le notizie arrivate hanno portato risultati che sicuramente faranno piacere alla stragrande maggioranza del notariato.
È scomparsa dal DDL concorrenza la estensione della competenza all’intero territorio nazionale.
Pare definitivamente incassata l’esclusiva notarile sulla competenza nella costituzione di S.r.l on line con competenza radicata sul luogo di residenza di almeno una delle parti o su quello della sede della società.
Su questi temi occorrerà, però, tornare e magari lo si potrà fare proprio nel corso della seconda giornata. Se non ce ne sarà l’occasione ne parleremo nel corso del “Dopo Congresso 2021“.
È chiaro che la competenza nazionale non è gradita alla maggior parte del notariato. E che quindi, a breve medio periodo non sarà certo dal notariato che potrà uscire una proposta in tal senso. Ma è anche chiaro che la proposta potrebbe tornare nuovamente sul tavolo della politica. Ed allora bisognerà che le risposte non siano trovate per rispondere alle domande “perché si vuole modificare? A chi giova la modifica?”. Perché in una democrazia liberale non funziona così. Le risposte da trovare sono alle domande “Quale è la ragione del divieto di stipulare fuori regione? A chi è utile questo divieto (oltre che ai notai)?”
Ed ancora. L’esclusiva sulla costituzione delle S.r.l. on line è un grandissimo risultato cui va dato merito alle istituzioni notarili. Ma quale è la ragione, se la costituzione avviene nel non luogo del web, per porre limiti maggiori (quello della residenza delle parti e della sede sociale) di quelli esistenti per le costituzioni tradizionali?
Se posso costituire nel mio studio, o addirittura all’altro capo della regione, una S.r.l. con sede in altra regione e parti residenti in altra regione, perché mai non posso costituirla on line?
Quale la ratio di una tale limitazione?
In una bella giornata, connotata da belle notizie, ci sono domande che restano sospese.
Scritto da Arrigo Roveda Federnotizie
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