Vaccino: obbligo o privilegio? No, un requisito per essere liberi
Il green pass si può paragonare alla patente di guida: non è un documento obbligatorio, ma garantisce libertà di movimento e, idealmente, più sicurezza per gli altri.

Altro che “obbligo” di green pass. Dovremmo ribaltare il ragionamento e cominciare finalmente a parlare di vantaggio, di opportunità o di requisito. Anche se l’esempio è ormai abusato, avere il certificato verde oggi è un po’ come avere la patente di guida. Se non si ha il certificato “rosa” di fatto non si può andare liberamente da nessuna parte. E in tanti casi non si può nemmeno lavorare. Certo c’è chi vive benissimo anche senza avere la patente. Ma serve qualcuno che ti porti in giro: se sei ricco puoi anche avere l’autista, ma a parte l’usare il taxi, in genere sono i familiari o gli amici che ti devono scarrozzare. E se non si vogliono usare i mezzi pubblici, sempre per essere più liberi, non ci sono che la bicicletta o oggi il monopattino. Ma vuoi mettere la libertà di potersi muovere e, al di là del costo della benzina, andare dove si vuole?
E la patente di guida, che non è certo obbligatoria, non è tanto o solo il riconoscimento che uno conosce (forse) il codice della strada, quanto una certificazione che garantisce gli altri automobilisti e i pedoni che chi è alla guida in genere non dovrebbe causare danni agli altri. Per carità gli incidenti possono sempre capitare, ma se tutti guidassero senza avere la patente sarebbe una strage giornaliera. E oggi il green pass rappresenta un po’ questo: una garanzia per gli altri che si è meno “pericolosi”.
Se cominciassimo a considerare il green pass sotto questa logica, se ne potrebbero avvertire tutti i vantaggi e magari ci sarebbe una richiesta corale non già dell’obbligo del certificato verde quanto della vaccinazione obbligatoria per tutti. Che è poi quanto è successo nei decenni passati con i vaccini contro il tifo, la difterite o il vaiolo, per citarne solo alcuni, che sono praticamente scomparsi dal nostro orizzonte dopo avere per secoli decimato le famiglie.
Ma poi, per parlare terra terra, davvero dopo quasi due anni di ansie, paure, lutti e un’economia disastrata, c’è ancora qualcuno che pensa che sia meglio rischiare qualche altro lockdown causato da una delle tante varianti dietro l’angolo di questo coronavirus che ha invaso tutto il pianeta, piuttosto che farsi una punturina che, è accertato, ci tutela dall’ammalarci seriamente in caso di contagio e ci permette di massima di non contagiare altri? E questo è un privilegio che oggi hanno pochi Paesi al mondo.
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