Anno: XXV - Numero 236    
Lunedì 22 Dicembre 2024 ore 13:45
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A Roma i 150 dell'avvocatura

AI non lasci nessun indietro, c'è il rischio della disuguaglianza sociale.

A Roma i 150 dell'avvocatura

 

 

150 anni della legge istitutiva dell’Ordine degli avvocati

Si è svolto questa mattina, presso l’Auditorium della Tecnica a Roma, il convegno celebrativo organizzato dal Consiglio nazionale forense per i 150 anni della legge istitutiva dell’Ordine degli avvocati. Presenti in sala oltre 700 avvocati provenienti da tutta Italia.

Al termine della tavola rotonda, moderata dal giornalista Francesco Giorgino alla quale hanno partecipato i parlamentari Maria Elena Boschi (Italia Viva), Valentina D’Orso (Movimento 5 Stelle), Pietro Pittalis (Forza Italia), Debora Serracchiani (Partito Democratico), Erika Stefani (Lega Salvini Premier) e Carolina Varchi (Fratelli d’Italia), il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, ha ribadito che “non c’è democrazia senza gli avvocati. Essi sono pilastri dello Stato di diritto, garanti di una società in cui i diritti non sono solo proclamati, ma effettivamente tutelati”.

“Per questa ragione – ha aggiunto e concluso Greco – non posso che sottolineare con soddisfazione l’attenzione mostrata dal ministro Nordio nel suo intervento verso i temi cari all’avvocatura: il ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari, la centralità del riequilibrio tra avvocati e magistrati, e la necessità di una riforma che sancisca il definitivo riconoscimento dell’avvocato in Costituzione. Ho apprezzato inoltre la convergenza manifestata dai parlamentari di maggioranza e opposizione durante la tavola rotonda. Dalle loro dichiarazioni, abbiamo recepito una concreta disponibilità al dialogo con l’avvocatura e con il Cnf per avviare quelle riforme indispensabili alla modernizzazione della giustizia, a partire proprio dall’inserimento del ruolo dell’avvocato nella Carta costituzionale”.

All’evento centrale delle celebrazioni per i 150 anni dell’Ordine sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni, tra cui il vicepresidente della Corte costituzionale Giulio Prosperetti, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in rappresentanza del Governo, e il viceministro Francesco Paolo Sisto.

Hanno inoltre partecipato Pasquale D’Ascola, presidente aggiunto della Corte Suprema di Cassazione, Guido Carlino, presidente della Corte dei Conti, Francesco Salzano, Avvocato Generale presso la Corte di Cassazione, e l’Avvocato Generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli. Ha chiuso i lavori il presidente emerito della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, con una lectio magistralis sul futuro dell’avvocatura, offrendo un’analisi prospettica sulle sfide e le opportunità che attendono la professione.

Intervento del presidente Greco

Si è aperta questa mattina, presso l’Auditorium della Tecnica a Roma, la celebrazione dei 150 anni dell’Ordine degli avvocati, istituito con la legge n. 1938 dell’8 giugno 1874.

Ad inaugurare l’evento, il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, che ha evidenziato il ruolo cruciale della professione forense nella storia e nella società italiana.

“È con sincera emozione – ha esordito Greco – che celebriamo questa legge fondamentale, che ha dato vita all’Ordine forense. Per noi avvocati, profondamente convinti del valore sociale della nostra professione, questa ricorrenza rappresenta un momento di riflessione e orgoglio. Gli avvocati italiani hanno contribuito a plasmare e consolidare lo Stato di diritto, dedicandosi con impegno alla tutela dei diritti e al rispetto delle leggi”.

Il presidente del Cnf ha poi evidenziato il legame inscindibile tra l’attività forense e i principi democratici: “Ogni giorno riaffermiamo i valori fondanti della Costituzione, dello Stato di diritto, della libertà e della democrazia. Lavoriamo per garantire i diritti dei cittadini, con particolare attenzione ai più vulnerabili, svolgendo una funzione indispensabile per il rafforzamento della democrazia nel nostro Paese”. E ha poi aggiunto: “Le sentenze sono emesse in nome del popolo, ma è il lavoro degli avvocati che assicura la tutela concreta dei diritti, delle difficoltà, degli interessi e persino dei sogni dei cittadini. Affrontiamo le complessità di un sistema giudiziario sempre più farraginoso, con l’obiettivo di rendere la giustizia un servizio realmente accessibile e funzionale”.

Il discorso ha toccato anche il tema delle riforme giudiziarie recenti e del ruolo degli avvocati nei Consigli giudiziari: “Chiediamo con forza che venga garantito un maggiore coinvolgimento degli avvocati nell’organizzazione del sistema giudiziario, quale rappresentanza diretta dei cittadini e dei loro diritti. Siamo pronti ad assumerci ogni responsabilità per contribuire all’efficienza e all’efficacia della giustizia.

L’intelligenza artificiale e la tecnologia – ha affermato Greco – rappresentano una nuova frontiera e un’opportunità da valorizzare per la professione forense. Tuttavia, è indispensabile che queste innovazioni non si trasformino in strumenti di disuguaglianza sociale. L’AI deve essere accessibile a tutti i cittadini e, di conseguenza, anche agli avvocati, per evitare che le disparità economiche creino ulteriori svantaggi a danno dei più vulnerabili”.

Infine, il presidente del Cnf ha ricordato il sacrificio di molti avvocati nella difesa della giustizia e nella lotta contro la criminalità: “Numerosi colleghi hanno dato un contributo straordinario alle istituzioni e alla società, alcuni pagando con la propria vita per difendere i principi di giustizia. Li ricordiamo oggi attraverso il video ‘Una storia lunga 150 anni’, che celebra la nostra storia e offre ispirazione a tutta la categoria”.

Lectio Magistralis di Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte costituzionale

Avvocati, Flick, “Futuro da protagonisti, tra sostenibilità, diritti e dimensione umana della giustizia”

Un’avvocatura protagonista delle transizioni in corso, capace di preservare i valori umani e costituzionali e di promuovere un sistema di giustizia inclusivo, equilibrato e sostenibile. È questo l’invito rivolto agli avvocati da Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, durante l’evento celebrativo dei 150 anni dell’Ordine degli Avvocati organizzato dal Consiglio Nazionale Forense a Roma.

 Nella sua lectio magistralis, Flick ha delineato le sfide future per l’avvocatura italiana, evidenziando il ruolo cruciale dello sviluppo sostenibile, sancito dalla recente riforma costituzionale. “L’avvocatura – ha affermato – deve cogliere l’importanza di questo principio sia nell’esercizio della sua funzione sociale, come impegno a una maggiore conoscenza dei valori fondanti della Costituzione e dell’equilibrio fra diritti e doveri, sia nelle sue prestazioni professionali, soprattutto nei settori dell’ambiente e dell’impresa”.

 Riflettendo sul ruolo dell’Unione europea, Flick ha denunciato la frammentazione normativa e l’eccessiva burocrazia che ne compromettono l’efficienza. “Si continua a ragionare con logiche nazionali, favorendo duplicazioni e sprechi, anziché attraverso un disegno unitario dell’Unione e del mercato unico”, ha dichiarato. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di affrontare il divario tra i principi di accoglienza e di uguaglianza e dignità, in particolare rispetto al fenomeno migratorio, che oggi rappresenta una sfida globale.

 La protezione dei diritti delle future generazioni è stata un altro tema cardine del discorso di Flick. “Gli avvocati devono confrontarsi con questioni nuove e fondamentali: i diritti di chi non è ancora nato, i diritti dei bambini e dei giovani già oggi esposti ai rischi del cambiamento climatico e l’equilibrio tra queste categorie. Inoltre, è necessario tutelare i più fragili: donne, migranti, detenuti e anziani”.

 Un altro argomento centrale è stato il rapporto tra giustizia e tecnologia. Flick ha messo in guardia contro il rischio di “algocrazia”, ovvero il predominio degli algoritmi nei processi decisionali, sottolineando l’importanza di mantenere una “riserva di umanità” nei procedimenti giuridici. “Occorrono prudenza e formazione digitale per giudici, pubblici ministeri e avvocati, insieme a una tutela costante dei diritti umani e alla garanzia della dimensione umana della giustizia”, ha ribadito.

 Concludendo il suo intervento, Flick ha auspicato una giustizia equilibrata, frutto della collaborazione tra avvocati e magistrati. “La professionalità, il rigore etico e le responsabilità di giudici e avvocati sono eguali e comuni. Questo giustifica e richiede la partecipazione dell’avvocatura al governo autonomo della magistratura e all’organizzazione degli uffici giudiziari. La responsabilità sociale è parte integrante della professione forense: difendere i diritti umani e tutelare la collettività è un dovere che si affianca a quello verso il cliente. Tuttavia, ciò non significa ‘funzionalizzare’ al perseguimento di fini sociali la professione, che è e resta una, anzi la prima professione liberale”, ha concluso.

 
  

 

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