Avvocati civilisti a Rende, ampio dibattito sul ruolo della professione forense
Tanti gli interventi nella prima giornata di lavori tenutasi nel Centro Congressi dell'Unical. Tra i presenti, il presidente nazionale Antonio de Notaristefani e il presidente facente funzioni della Corte d'Appello di Catanzaro Gabriella Reillo
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Avvocati civilisti arrivati da tutta Italia a Rende per partecipare alla nona assemblea nazionale dell’Unione delle Camere Civili italiane. Un evento che per la prima volta nella storia si svolge in Calabria, grazie al forte impegno messo in campo dalla Camera Civile di Cosenza, presieduta dall’avvocato Tiziana Broccolo che per l’occasione ha ringraziato la consigliera nazionale delle Unione delle Camere Civili italiane, l’avvocato Marietta De Rango. Nella prima giornata di lavori, tenutasi nella cornice del Centro Congressi “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria, gli avvocati civilisti si sono confrontati sul tema “L’avvocato tra tutela dei diritti, obblighi di solidarietà e ragioni di efficienza”, alla presenza del presidente nazionale Antonio de Notaristefani, al quale è toccato la relazione introduttiva che ha affrontato vari aspetti del settore civile. In apertura, il primo reggimento dei “Bersaglieri” di Cosenza ha suonato l’inno di Mameli.
È stato un dibattito lungo e interessante che ha visto la partecipazione di tante regioni italiane, in particolar modo dei professionisti che esercitano in Calabria. Erano presenti, oltre agli avvocati civilisti, anche i rappresentanti istituzionali. L’evento infatti ha avuto il patrocinio della Regione Calabria, del Comune di Cosenza, di Cassa Forense e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza. Diversi i saluti istituzionali. Il professore Giap Parini, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, ha spiegato che l’Università della Calabria è sempre aperta alle professioni, mentre l’assessore Giuseppina Incarnato, in rappresentanza del sindaco di Cosenza, avvocato Franz Caruso, ha ricordato che l’avvocato svolge una funzione fondamentale nella società civile cosentina.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Cosenza Ornella Nucci ha evidenziato come l’avvocatura oggi sia sempre più sola ed è ingiusto che non venga chiamata in causa per discutere del corretto funzionamento della giustizia, come nel caso della riforma Cartabia definita pessima dalla penalista cosentina. Infine il saluto della consigliera regionale Katya Gentile, delegata dal presidente Roberto Occhiuto, assente per un viaggio istituzionale a Roma. L’esponente della maggioranza di centrodestra ha valorizzato la figura dell’avvocato, definendolo come «l’ultimo baluardo per la difesa dei diritti».
La magistrata Reillo boccia la riforma Cartabia
Nella prima parte dell’assemblea sono stati caratterizzanti gli interventi del presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Catanzaro, Gabriella Reillo e a seguire quello del presidente Antonio de Notaristefani. La magistrata, in corsa sia per la presidenza del tribunale di Cosenza che per quella della Corte d’Appello di Catanzaro, ha apprezzato il fatto che l’assemblea si sia tenuta in Calabria, in quanto il settore civile, dal suo punto di vista, è un tema di confronto tra l’autorità giudiziaria e l’avvocatura nell’ambito della difesa dei diritti dei cittadini onesti. La togata, però, ha sottolineato le lacune della riforma Cartabia («non si abbreviano i processi abbreviandone i termini») e la mancanza di concertazione per i progetti inseriti nel Pnrr, come gli addetti dell’ufficio del processo, «una risorsa positiva su cui sarebbe stato necessario un dialogo maggiore tra le parti per ottenere i risultati sperati». Qualche stoccata anche al legislatore che prevede norme che sono astratte e scollegate con la realtà degli uffici giudiziari italiani.
Gli “ordini” dell’Europa
Il presidente Antonio de Notaristefani ha invitato l’avvocatura a una preparazione più moderna, evidenziandone la funzione in un contesto normativo sempre più complicato da comprendere, soprattutto quando si parla di progetti “calati” dall’Europa indicata quale “creditore” e “ispiratore” di riforme giudiziarie che soffocano sempre di più i diritti dei cittadini. Gli avvocati che svolgono la professione forense in ambito civilistico devono prendere atto che «sono cambiati anche i rapporti di forza nell’individuazione degli obiettivi della giustizia civile: sotto la minaccia delle rate del PNRR, l’Europa non dà più suggerimenti, ma ordini. Forse, è anche comprensibile: le cambiali che si firmano vanno pagate» ha scritto de Notaristefani nella relazione.
La giustizia civile e il caso di Eluana Englaro
«La giustizia civile – ha proseguito il presidente nazionale – ha bisogno di maggiore efficienza; ma non può e non deve essere trovata respingendo i cittadini dai Tribunali a colpi di sanzioni, la cui efficacia dissuasiva è inversamente proporzionale al reddito; o intimidendo gli avvocati con lo spettro di dichiarazioni di inammissibilità collegate a criteri sempre più formali, sempre più evanescenti e sempre più discrezionali, fino a sfociare nell’arbitrium merum» e «l’efficienza della giustizia si incrementa intervenendo sull’organizzazione e assicurando, nei limiti del possibile, la prevedibilità dell’esito dei giudizi, troppo spesso trasformati in un responso oracolare piuttosto che nell’equilibrata applicazione di regole condivise».
Il modo di fare l’avvocato civilista è comunque mutato nel corso del tempo. E de Notaristefani ha citato il caso di Eluana Englaro, morta nel 2009 dopo 17 anni di stato vegetativo: «La crisi del modello di famiglia, e le gravi questioni di bioetica, impongono non solo una conoscenza del diritto positivo, ma una sensibilità sociale e una competenza di ascolto dei nuovi bisogni di cui l’Avvocato deve sapersi dotare: chi ha difeso Eluana Englaro, non si è limitato a studiare le leggi esistenti. La scarsezza delle risorse della giurisdizione sempre più trasferisce compiti che erano dei giudici ad accordi tra le parti ed i loro Avvocati: che ruolo svolge la solidarietà, in tutto questo?» si è domandato il rappresentante degli avvocati civilisti.
I relatori della prima sessione
Nella seconda parte della prima giornata d’assemblea sono stati protagonisti i relatori. Nella sessione dedicata al tema “l’avvocatura nella società”, sono intervenuti il prof. Ercole Giap Parini (“L’avvocatura e il potere”), l’avvocato Francesco Marotta (“L’avvocatura e il mondo degli affari), dell’Ernst & Young Restructuring Law Leader, l’avvocato Enzo Paolini (“L’avvocatura e la pubblica amministrazione), componente del comitato scientifico della Fondazione Scuola Forense di Cosenza, l’avvocato Marco Di Benedetto (“L’avvocatura nell’era digitale”), consigliere dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, l’avvocato Marietta De Rango (“L’avvocatura e il Mezzogiorno”).
Gli altri interventi
Nella seconda sessione (“Il Linguaggio dell’avvocatura tra chiarezza e sinteticità”), è toccato invece al presidente della Corte di Cassazione civile Adelaide Amendola, alla professoressa Maria Vittoria Dell’Anna, associata di Linguistica Italiana all’Università del Salento, al prof. Avvocato Enzo Ferrari, ordinario di Diritto Privato presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Unical, al prof. Avvocato Daniele Maria D’Alessandro, associato di diritto amministrativo presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Unical e infine all’avvocato Alberto De Noce, vicepresidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili italiane. La prima sessione è stata moderata dall’avvocato Roberto Fusco, consigliere dell’Unione Nazionale delle Camere Civili italiane, mentre la seconda dall’avvocato Barbara Masserelli, segretario dell’Unione Nazionale delle Camere Civili italiane.
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