Avvocati romani in piazza al fianco dei magistrati onorari
Tra i promotori il pubblico ministero onorario Raimondo Orrù che ha visto il sostegno e la presenza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma con l’intervento del Vice Presidente Avv. Mauro Mazzoni
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Martedì 20 luglio 2021 si è tenuto un flash mob dei rappresentanti della magistratura onoraria in piazza Montecitorio per sostenere le ragioni di una protesta che va avanti da parte di chi amministra una parte importante della giustizia prossimità, in condizioni di precarietà, sebbene si tratti di attività di amministrazione della giustizia importantissima.
“Le giuste battaglie della magistratura onoraria non possono che essere sostenute dagli avvocati, consapevoli del ruolo del giudice onorario nella gestione quotidiana della giustizia”, ha detto Mazzoni che ha inteso portare il saluto di tutti gli avvocati romani e testimoniare la vicinanza dell’intera categoria forense romana. Le richieste dei magistrati onorari sono state più volte segnalate dal nostro giornale che ha registrato anche il recente intervento della Commissione UE che sulla questione ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia.
La Corte di Giustizia Europea sullo stato giuridico dei Giudici di Pace ha chiaramente stabilito che il giudice onorario deve essere considerato un lavoratore a tempo determinato con conseguente riconoscimento alle ferie. È risultato scalfito così in modo permanente l’orientamento del giudice nazionale che aveva fondato le proprie decisioni sullo status giuridico del magistrato onorario escludendo tutele appunto perché incarico onorario. Il principio che l’Unione chiede venga applicato in Italia è il rispetto delle tutele del lavoratore europeo anche per i nostri magistrati onorari.
Non è la prima volta che la magistratura onoraria manifesta in piazza Montecitorio. Quella di martedì giunge in un momento importantissimo, mentre il legislatore si appresta a mettere mano ad una riforma della giustizia che non può e non deve ignorare il ruolo centrale dei magistrati onorari sia per rispondere alle richieste dell’Unione Europea sia perché l’Italia ha una tradizione giuridica tale da non poter più accettare lo sfruttamento di questi servitori dello Stato che ogni giorno danno risposte alle richieste di giustizia dei cittadini italiani.
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