Cassa forense: anche l’invalidità si chiederà on line
La Cassadegli avvocati amplia la sua offerta digitale per gli utenti, aumentando il numero delle pratiche che si possono effettuare completamente on line.
In evidenza
Dopo la richiesta di pensione di vecchiaia, funzione sviluppata sul portale a partire dal gennaio 2022, alle istanze trasmissibili in modalità telematica andranno ad aggiungersi – a partire dal 1 febbraio 2023 – anche le domande per le pensioni di inabilità e invalidità.
Un canale digitale che si aggiunge alla forma tradizionale con i moduli cartacei e che garantisce una modalità sicura e decisamente più rapida, utilizzando le consuete credenziali di accesso al portale.
Obiettivo di Cassa, quello di rendere in futuro tutte le prestazioni previdenziali disponibili con accesso digitale. Tra i vantaggi, anche quello di evitare errori materiali agli utenti: nel caso delle richieste di pensione infatti, la procedura on line è completamente guidata e, quindi, molto più semplice e veloce rispetto alla tradizionale domanda su modulo cartaceo.
Al completamento dell’istanza il sistema rilascia una ricevuta contenente gli elementi essenziali della domanda, generando automaticamente una nuova istruttoria – cui si può accedere anche dalla posizione del professionista – inviando una lettera di “comunicazione avvio procedimento”.
Tutta la procedura è facilmente raggiungibile sul portale di Cassa Forense nella sezione: “Accesso Riservato – Istanze On-Line – Pensioni Inabilità / Invalidità.
Altre Notizie della sezione
Prorogare le modalità di svolgimento dell’esame di stato per il 2025
10 Gennaio 2025Lo chiede l'Associazione Italiana Giovani Avvocati.
Giudici di pace al collasso.
10 Gennaio 2025L’allarme degli avvocati. Il Governo intanto riapre alcuni Tribunali soppressi.
Avvocati, solo 1 su 10 ha un reddito superiore a 2.000 euro al mese.
09 Gennaio 2025I costi della professione sono decisamente alti, aumentano le cancellazioni dalla Cassa forense e in molti abbandonano l'attività. Ecco cosa fare per risolvere il problema: «lo studio legale va gestito come una azienda», spiega l’esperto.