Chiarire qual è il modello di Processo tributario a cui pensa il Governo
Uncat rileva aspetti problematici nei testi circolati dello schema di decreto delegato approvato dal Consiglio dei ministri il 16 novembre
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Norme processuali che paiono ispirarsi al processo amministrativo, senza prevederne le medesime garanzie. Altre che preludono ad una netta separazione dai principi del processo civile, che hanno finora ispirato l’assetto procedimentale.
Nel leggere le anticipazioni di stampa sullo schema di decreto delegato sul processo tributario, l’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi, rileva delle aporie la cui concomitanza pare predire una riduzione effettiva delle garanzie difensive.
Limitazione sul regime delle prove, sia quella per testimoni che in appello; sinteticità della motivazione della sentenza; eccezionalità della udienza pubblica, peraltro senza l’obbligatoria presenza del collegio al suo completo in aula; facoltà del giudice, in sede di fase cautelare, di decidere in forma semplificata nel merito, senza che il contribuente possa replicare; compensazione delle spese anche in caso di vittoria del contribuente, senza necessità dei gravi motivi già oggi previsti dal codice di procedura civile e applicabili per espresso rinvio al rito tributario.
Tali aspetti critici rischiano di dissuadere il contribuente dall’intraprendere la via del giudizio per far valere i propri diritti e, peraltro verso, possono prestare il fianco a contestazioni di rito, destinate a riverberarsi fino alla fase di legittimità.
Per questo Uncat auspica interventi di modifica al fine di ricondurre il processo tributario ai principi della legge delega sulla riforma fiscale(n. 111/2023), e predisporrà in questo senso un elaborato tecnico- giuridico che sottoporrà all’attenzione di Governo e Parlamento, confidando nella disponibilità all’ascolto finora manifestata.
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