Comunicati anti separazione dell’Anm nelle ordinanze.
Il caso della nota “anti-separazione delle carriere” che alcuni magistrati di Napoli hanno inserito nei verbali di rinvio delle udienze emessi nel giorno dello sciopero. La Giunta: l'ispezione dal ministero indebita ingerenza.
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Al momento non c’è nessuna ispezione da parte del ministero della Giustizia nei confronti di un giudice della terza sezione civile del tribunale di Napoli Nord che, nel posticipare a marzo un’udienza che si sarebbe dovuta tenere il 27 febbraio, giorno dello sciopero dell’Anm contro la riforma della separazione delle carriere, avrebbe allegato al verbale di rinvio anche il comunicato del “sindacato” delle toghe in cui si riportava la posizione dell’Associazione sulla contrarietà alla modifica costituzionale espressa a seguito dell’esito del primo grado del giudizio penale nei confronti del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove.
Rispetto alle indiscrezioni giornalistiche di questi giorni, dunque, fonti di Via Arenula ci fanno sapere che l’ufficio di Gabinetto del Guardasigilli Nordio ha aperto per adesso solo una pre-istruttoria richiedendo della documentazione al Presidente della Corte di Appello di Napoli.
Ma ripercorriamo brevemente la vicenda. L’Anm proclama per il 27 febbraio uno sciopero contro la riforma dell’ordinamento giudiziario e “nel rispetto della normativa vigente e del codice di autoregolamentazione” ha invitato “i magistrati aderenti ad allegare ai verbali di udienza un comunicato predisposto dall’Associazione dal contenuto critico sull’imminente riforma costituzionale”, si legge in una sua email interna. Il comunicato standard descriveva genericamente i pericoli sottesi all’approvazione della riforma della separazione delle carriere: secondo l’Anm, ad esempio, “un pm separato dalla giurisdizione sarà attratto nella sfera di un altro potere” e “i primi a rimetterci saranno i cittadini per i quali non sarà pienamente attuato il principio di uguaglianza”.
Tuttavia, un magistrato napoletano, ancora non si sa se per sbaglio (girando nelle chat diverse comunicazioni in quei giorni) o convintamente, ha allegato invece il comunicato dell’Anm del 21 febbraio diramato nel pieno dell’ennesima polemica tra toghe e politica: Delmastro era stato condannato in primo grado a 8 mesi per aver rivelato notizie segrete sul caso Cospito.
Il sottosegretario aveva subito dichiarato: «Non mi dimetto! Speriamo ci sia un giudice a Berlino». E anche altri esponenti della maggioranza avevano attaccato i giudici, rei, a loro dire, di aver emesso una sentenza politica. Da lì la replica dell’Anm: «Per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino. Per dimostrare l’inutilità della separazione delle carriere, basta osservare la vicenda processuale che si è conclusa con la condanna in primo grado del sottosegretario Delmastro. Alla richiesta di archiviazione del pm un giudice ha ordinato l’imputazione, ed alla richiesta di assoluzione di un pm il Tribunale ha pronunciato condanna».
Questa nota sarebbe stata dunque allegata al verbale di rinvio da parte del magistrato partenopeo, come rivelato dal Tempo. Un avvocato l’avrebbe acquisita e segnalata con richiesta di spiegazioni ai dirigenti degli uffici giudiziari. Da lì la questione sarebbe arrivata all’attenzione del ministero della Giustizia che poi ha chiesto di sapere, tramite il presidente di Corte di Appello e quello del Tribunale, “con la massima urgenza” se, “in occasione dello sciopero dei magistrati proclamato per il giorno 27 febbraio 2025, i magistrati che avevano prestato adesione all’astensione avessero allegato ai verbali di rinvio dell’udienza di tale giorno un comunicato proveniente dall’Anm, e in particolare, quello in cui si riportava la posizione dell’Associazione sulla contrarietà alla riforma della separazione delle carriere espressa a seguito dell’esito del primo grado del giudizio penale nei confronti del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro”.
Secondo l’Anm locale, presieduta da Cristina Curatoli, «la richiesta del Ministero di avere conoscenza delle modalità di redazione dei verbali di rinvio delle udienze – senza che sia stata disposta un’ispezione ufficiale e servendosi della collaborazione dei dirigenti degli uffici interessati – appare singolare e rischia di risultare come un’inammissibile forma di sindacato sulle modalità di adesione allo sciopero dei magistrati». La Giunta di Napoli, pertanto, ha espresso «forte preoccupazione e disapprova qualsiasi iniziativa tesa, anche solo in apparenza, a sindacare il diritto di ciascun magistrato di aderire allo sciopero, esercitato nel rispetto del codice di autoregolamentazione e con le modalità di comunicazione ritenute più opportune».
Sulla vicenda si è espressa anche la Giunta nazionale Anm per cui l’iniziativa degli uffici di Nordio «costituisce una indebita ingerenza nei confronti dei colleghi che hanno esercitato un diritto costituzionale».
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