Anno: XXV - Numero 214    
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Congresso Psichiatri Forensi: 1 paziente su 3 soffre di depressione resistente

Tra gli argomenti al centro del XXVI Congresso Nazionale degli Psichiatri Forensi ad Alghero, c’è quello riferito a una forma grave di depressione in cui i pazienti non rispondono ai trattamenti convenzionali e che manifestano problematiche importanti come il suicidio.

Congresso Psichiatri Forensi: 1 paziente su 3 soffre di depressione resistente

Una definizione che aiuta a capirne il significato. È la depressione resistente che, come suggerisce il nome, è una forma di depressione che non risponde adeguatamente ai trattamenti convenzionali. Può essere estremamente debilitante per coloro che ne soffrono, poiché possono sentirsi intrappolati in uno stato di tristezza e disperazione senza via d’uscita. La depressione resistente può richiedere un approccio di trattamento più intensivo e specializzato, che può includere una combinazione di farmaci, psicoterapia e altre terapie.

Se ne parla nel corso del XXVI Congresso Nazionale della Società nazionale degli Psichiatri Forensi ad Alghero (Hotel Catalunya dal 21 al 23 aprile).

“Preoccupa il numero crescente di pazienti con depressione resistente che, a prescindere dalla gravità, comporta un’importante riduzione del funzionamento sociale del soggetto che tende a manifestare idee suicidari e in molti casi a realizzarle. Nel corso della discussione con i colleghi, durante la sessione dedicata al Congresso –  precisa dalla sede del Congresso SIPF Enrico ZANALDA, Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense* –  è emerso anche l’interessante modalità di assunzione di uno dei farmaci utilizzati per questo tipo di patologia, disponibile da meno di un anno anche in Italia. Vantaggiosa la nuova posologia per via respiratoria, con cui i pazienti trattati dimostrano risultati duraturi già dopo due mesi di trattamento”.

È un problema più diffuso di quanto si pensi e che coinvolge livelli di gravità diversi tra loro.

“La resistenza ai trattamenti antidepressivi è un problema clinico che interessa quasi un terzo dei pazienti adeguatamente curati per depressione e di particolare problematicità per le conseguenze che derivano da una condizione di salute compromessa sul piano sintomatologico e funzionale. La resistenza al trattamento interessa non solo i pazienti con quadri severi, – spiega il prof Giuseppe MAINA, del Dipartimento di Neuroscienze R. Montalcini, Università di Torino-Azienda Ospedaliera, Universitaria San Luigi Gonzaga – ma anche i pazienti con sindromi moderate o lievi. La resistenza prescinde dalla gravità e dal livello di compromissione funzionale e le conseguenze delle resistenze sono cliniche e gestionali, ma anche di costi sanitari e sociali”.

Non sono molte le opzioni di trattamento a disposizioni, anche se la recente posologia della Ketamina sembra incontrare pareri favorevoli tra i clinici e i pazienti.

“Per quanto concerne la gestione e il trattamento della depressione resistente, si possono essenzialmente considerare tre possibilità: l’incremento della dose dell’antidepressivo, il cambio dell’antidepressivo, il potenziamento con altri farmaci. Legato al potenziamento della terapia antidepressiva – conclude ZANALDA – è da poco disponibile l’esketamina spray nasale di somministrazione facile e sicura”.

* La Società Italiana di Psichiatria Forense (www.societàitalianadipsichiatriaforense.it) rappresenta la categoria che studia i risvolti medico-legali e le problematiche forensi che si affrontano in ambito penale e civile con soggetti affetti da patologie psichiche. Queste valutazioni servono a stabilire le condizioni mentali di un soggetto in riferimento a un particolare reato e a un preciso momento del corso giudiziario

 

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