Debiti Ordine di Napoli? Dilazione inesistente e impossibile
Il Cnf lo ha sancito attraverso una delibera
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Il Consiglio Nazionale Forense attraverso una delibera, ha sancito che «l’accordo di dilazione dei debiti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli in relazione al grave ammanco emerso l’anno scorso non solo è inesistente ma neppure potrebbe mai esistere in quanto i debiti – da regolamento – devono essere onorari senza ritardi». Lo rendono noto, in un comunicato, i consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Pasquale Altamura, Luigi Aprea, Attilio Belloni, Sergio Longhi, Maria Prisco e Alfredo Sorge i quali chiedono alla presidente dell’Ordine di «revocare la convocazione dell’assemblea del 27 ottobre 2023» e di «adottare i necessari atti e provvedimenti nel rigoroso rispetto delle leggi e dei regolamenti nonché delle norme che sottendono alla corretta gestione del Consiglio».
I consiglieri ricordano di avere offerto all’attuale governance «il loro apporto costruttivo con una serie di appropriati documenti e interventi finalizzati a migliorare la gestione dell’Ordine e a proseguire l’attività di recupero delle morosità già intrapresa nella precedente consiliatura». «Tali ‘indicazion governance’ – si legge ancora nella nota – sono rimaste inascoltate: in particolare, nessuna azione di recupero delle morosità ha avuto luogo e, di contro, è notevolmente aumentata la spesa per consulenze».
«Abbiamo evidenziato le notevoli criticità del bilancio preventivo 2023 e del collegato piano economico finanziario di sostenibilità, senza ricevere alcun riscontro da parte della attuale e dei tecnici incaricati», sottolineano ancora i consiglieri. «Il Consiglio Nazionale Forense – viene ribadito nella nota – ha ritenuto fondate le preoccupazioni espresse dai sottoscritti e, con apposita delibera ha stigmatizzato l’operato del Coa Napoli, rilevando che i suddetti documenti contabili sono basati su un accordo di rateizzo del debito con il Cnf inesistente. Nella medesima delibera si sottolinea, altresì, che un tale accordo sarebbe in ogni caso impossibile in quanto «contrario alle norme di legge e regolamentari». «La delibera del Cnf., dunque conferma, – conclude la nota – la non veridicità del bilancio preventivo e del piano di sostenibilità nonché della informativa resa agli iscritti».
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