Difese d'ufficio e gratuito patrocinio, avvocati pagati dopo mesi o anni
Dopo una lunga trafila e molte spese a carico delle toghe, quando si emette la fattura non sempre il saldo arriva perché le liste di attesa sono lunghe e i fondi dello Stato finiscono in breve tempo.
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Da ottobre gli avvocati piacentini che esercitano il patrocinio a spese dello Stato (gratuito) o le difese di ufficio non vedono un euro. Ma c’è anche chi aspetta di essere pagato da oltre un anno. «In passato non era così, anzi Piacenza era virtuosa, ma ora le cose stanno peggiorando» dicono gli avvocati. E la colpa di tutto sarebbe la mancanza di fondi dello Stato alle Corti di appello, incaricate di liquidare i compensi.
È la situazione che stanno vivendo le toghe piacentine. Un sistema complesso che sta allungando a dismisura i tempi di pagamento. I professionisti che si occupano di giustizia possono essere chiamati ad assistere una persona con il patrocinio a spese dello Stato (cosiddetto gratuito patrocinio) o con la difesa di ufficio. La trafila per ottenere quanto spetta a un legale, ha commentato l’avvocato Cristina Balteri, «è borbonica». Giudizio condiviso da molti altri colleghi. Giovanflora Marifoglu, consigliera dell’Ordine degli avvocati, ricorda che «secondo una stima il tempo medio dei pagamenti è fra sei mesi e un anno, ma c’è anche chi ha impiegato di più per vederli. È un sistema farraginoso».
Un avvocato non può rinunciare a una difesa di ufficio penale. Solo al termine del procedimento, però, è possibile presentare la domanda di pagamento. Questo avviene chiedendo la liquidazione al giudice, che la invia alle cancellerie e da qui all’Ufficio spese di giustizia. In seguito, bisogna attendere i tempi tecnici, che non sono brevi. Alla fine, viene emesso un ordine di pagamento (l’importo è lordo) c’è un’altra attesa per i tempi tecnici e, infine, si arriva al pagamento che, se va bene, avviene dopo circa un anno. «Attendo il pagamento da ottobre 2024 – spiega l’avvocato Balteri – e mi sono informata alla Corte di appello. I fondi sono finiti e il nuovo budget dovrebbe arrivare a marzo. E questo per un procedimento penale iniziato nel 2016». Tutto ciò, inoltre, comporta molte spese per gli avvocati per una serie di documenti da presentare. Se si arrivano a vedere i soldi, infine, il pagamento non avviene in base al tariffario dell’Ordine degli avvocati, ma è ridotto di almeno un terzo.
Anche per il gratuito patrocinio non è una passeggiata. Il patrocinio a spese dello Stato è consentito sia in ambito civile sia in quello penale. All’inizio, occorre la valutazione preliminare del giudice che ammette o meno una persona al gratuito patrocinio. Se al termine del procedimento, magari un processo che dura anni, ci sono ancora i requisiti per il gratuito il giudice emette un decreto di liquidazione. Per dimostrare, però, la situazione economica di un imputato servono molte verifiche e tanti documenti: che deve svolgere e pagare l’avvocato, senza alcun rimborso. Emesso il decreto di liquidazione, questo è notificato all’avvocato e alla parte ammessa. Il decreto, poi, viene caricato sul sistema telematico Siam e diventa esecutivo. Solo a questo punto, si può emettere la fattura elettronica alla pubblica amministrazione e si va in lista di pagamento, che di solito è molto lunga. In genere, se la domanda viene presentata fra gennaio e marzo si può essere pagati in un mese, ma già a marzo è un problema perché finiscono i fondi stanziati dallo Stato.
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