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«Diritto di difesa è inviolabile per tutti». Cnf, Aiga e Coa Padova al fianco del legale di Turetta

La solidarietà dei colleghi dopo le minacce all’avvocato Giovanni Caruso.

«Diritto di difesa è inviolabile per tutti». Cnf, Aiga e Coa Padova al fianco del legale di Turetta

Diritto di difesa sotto attacco. Dopo la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta, il suo difensore, Giovanni Caruso, è stato minacciato ricevendo una busta contenente alcuni proiettili. Un gesto che dimostra ancora una volta un’idea ben precisa che qualcuno vorrebbe imporre: l’autore di reati molto gravi è indifendibile e il ruolo del difensore deve essere relegato all’insignificanza.

A seguito delle minacce ricevute da Caruso, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Padova, presieduto da Francesco Rossi, è intervenuto immediatamente esprimendo al proprio iscritto la «massima solidarietà», in quanto «vittima di un ignominioso gesto intimidatorio».

L’avvocatura patavina esprime grande preoccupazione. «A fronte di un fatto di inaudita gravità – si legge in una nota del Coa -, ovvero l’aver ricevuto addirittura minacce di morte per il sol fatto di aver esercitato la funzione difensiva nel noto processo conseguente all’omicidio di Giulia Cecchettin, il Consiglio dell’Ordine, l’avvocatura tutta, non può tacere. Urge, con estrema sollecitudine, che il dibattito venga riportato a canoni di civiltà e continenza, richiedendosi sul punto il contributo degli operatori tutti, financo dell’accademia e dei mass media, oltre che delle istituzioni, affinché simili, intollerabili episodi non si ripetano».

Luoghi comuni e racconti distorti, evidenzia il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Padova, «confondono sempre più frequentemente» e sovrappongono «l’esercizio del diritto di difesa con il fatto-reato, sulla scia di una narrazione che ciecamente affianca e assimila l’avvocato all’imputato, rendendolo, agli occhi degli osservatori, esso stesso colpevole». Il presidente del Coa, Francesco Rossi, aggiunge che «un certo modo di agire di alcune persone è frutto di una cultura superficiale, che vuole colpire non solo l’avvocato, ma anche il processo, sacrificando il fine al quale quest’ultimo è proteso. Il problema, dunque, è anche culturale».

Sulle minacce ricevute dall’avvocato Caruso, Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha espresso piena solidarietà, confermando un atteggiamento molto dignitoso e attento a preservare un clima di rispetto, nonostante la tragedia abbattutasi sulla sua famiglia. La notizia della ricezione di una busta contenente alcuni proiettili, a detta di Gino Cecchettin, «è profondamente inquietante e inaccettabile da concepire in una società civile». «Ogni forma di intimidazione o violenza – ha commentato -, anche simbolica, è da condannare senza esitazione. La giustizia deve fare il suo corso in un clima di rispetto e serenità. Atti come questi non rappresentano alcuna forma di solidarietà verso le vittime, anzi rischiano di offuscare la serietà del lavoro che stiamo portando avanti nella Fondazione Giulia Cecchettin».

“Assistiamo all’ennesimo gravissimo atto di intimidazione nei confronti di un Collega ritenuto “colpevole” del fatto di aver esercitato la propria attività professionale – afferma il presidente Aiga, Carlo Foglieni – ossia quella defensionale. Non è ammissibile che gli avvocati siano vittime di aggressioni e minacce di tal genere ed è necessario, come Aiga richiede da tempo a gran voce, un urgente intervento legislativo e di sensibilizzazione della collettività da parte delle Istituzioni che possa garantire la tutela e la sicurezza dei professionisti e la serenità nello svolgimento della professione”.

Sulla vicenda è intervenuto il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari (Lega), con una riflessione su un tema che sta molto a cuore all’avvocatura. «Esprimo la mia personale solidarietà all’avvocato Giovanni Caruso – ha detto l’esponente del governo -, vittima di un atto intimidatorio inaccettabile. Caruso ha svolto la sua alta funzione e merita rispetto. Il diritto alla difesa è garantito a tutti e non può essere messo in discussione. Episodi come quello riportato dalla stampa dimostrano l’attualità della campagna del Consiglio nazionale forense, a cui ho aderito sin da subito, per il riconoscimento del ruolo dell’avvocato in Costituzione».

Solidarietà al professor Caruso anche da parte dell’Associazione italiana Professori di diritto penale e dell’Unione Camere penali italiane. «Il rischio paradossale – scrivono in una nota congiunta i presidenti di Aipdp e Ucpi, Gian Luigi Gatta e Francesco Petrelli – è che perfino dopo una sentenza di condanna dell’imputato di un femminicidio, alla pena più grave prevista dall’ordinamento, e quando gli sforzi della nostra società sono volti al contrasto della violenza contro le donne, si generino ulteriori episodi di violenza che rendono necessario addirittura assicurare l’incolumità di un avvocato e professore universitario. Persino nelle aule di una facoltà di giurisprudenza, dove tante giovani e tanti giovani studiano i principi della civiltà del diritto, rispetto ai quali mai si deve arretrare e che è dovere e responsabilità di tutti difendere e trasmettere alle generazioni presenti e future».

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