Francesco Petrelli è il nuovo presidente dei Penalisti italiani
Succede a Gian Domenico Caiazza. Si è tenuta a Firenze una tre giorni che ha visto ottocento avvocati penalisti appartenenti all’Unione delle camere penali italiane.
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La candidatura unica del romano Francesco Petrelli definita a più riprese unitaria nel corso di un dibattito congressuale vivace, è figura di grande autorevolezza e statura professionale sul quale unanime è stato il consenso di tutti gli intervenuti.
Non sarà tuttavia agevole raccogliere l’eredità di Gian Domenico Caiazza che nel corso degli ultimi due mandati ha traghettato l’avvocatura penalistica italiana attraverso la pandemia facendo sentire sempre ferma la voce dei penalisti a tutela dei diritti. Difronte all’imperante populismo giudiziario che vuole per una corretta informazione giudiziaria, in difesa del giusto processo e del ruolo centrale del principi di immediatezza ed oralità del dibattimento.
La recente riforma Cartabia ha portato innovazioni profonde nella struttura del processo con l’obiettivo principale di deflazionare il carico di lavoro degli uffici giudiziari ed il numero dei processi pendenti in appello.
L’avvocatura penalistica si presenta ancora una volta fra i principali interlocutori del dibattito politico e si prefigge di portare a termine nell’immediato, la storica battaglia marchiata Ucpi sulla separazione delle carriere attraverso una riforma costituzionale sul punto per evitare che l’intervento legislativo promesso dal ministro Nordio, possa essere posto nel nulla da una contro riforma di segno opposto .
Si è poi affrontato lo scottante tema dei magistrati fuori ruolo definite le falangi che operano in modo silente al ministero di via Arenula con una anomalia tutta italiana che determina una sovrapposizione di funzioni fra potere esecutivo e giudiziario.
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