Anno: XXV - Numero 216    
Lunedì 25 Novembre 2024 ore 13:30
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Fuga dall'avvocatura: in tanti cambiano mestiere

Per la prima volta l'Ordine professionale di Rovigo rischia di scendere sotto quota 500 iscritti

Fuga dall'avvocatura: in tanti cambiano mestiere

L’unione degli avvocati del Nordest Italia hanno iniziato venerdì 4 novembre, una “due giorni” di lavori a Rovigo che sono culminati sabato sabato mattina con l’assemblea degli avvocati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige.

In occasione dell’evento, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Rovigo, Enrico Ubertone ha tracciato un bilancio sul funzionamento del tribunale locale, tra processi penali che ripartono daccapo come nel gioco dell’oca perché, nel frattempo, è cambiato il magistrato; cause civili che arrivano a sentenza dopo essere passate per le mani anche di quattro diversi giudici. E un ufficio Unep con carenze di organico del 50% che si trova sull’orlo del precipizio.

Sul fronte strettamente interno dell’avvocatura si registra a Rovigo una preoccupante inversione di tendenza. “Vediamo molti avvocati che cambiano mestiere – ha spiegato Ubertone –  e si cancellano dall’albo: per la prima volta stiamo scendendo sotto la soglia dei 500 iscritti. 

La situazione del tribunale di Rovigo non è dissimile da molte altre sedi della regione, ma patisce più di altre il fatto di essere considerata una sede di passaggio. A dirlo è il presidente dell’Ordine degli avvocati di Rovigo, Enrico Ubertone, in occasione della “due giorni” rodigina dei legali del Nordest italiano che inizierà domani pomeriggio a Palazzo Manfredini con un convegno sul nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza per terminare sabato mattina a palazzo Roncale con l’assemblea degli avvocati di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino alto Adige.

“Registriamo in tribunale un abbattimento del contenzioso, ma Rovigo patisce il fatto di essere una sede di passaggio e non molto ambita. Arrivano i magistrati di prima nomina che poi, legittimamente, chiedono il trasferimento magari a Padova o Bologna – spiega il presidente Ubertone – Purtroppo nel settore penale, quando cambia il magistrato, si deve ricominciare come nel gioco dell’oca. Alcune delle fasi del processo restano salve, ma, nel momento in cui si apre il dibattimento e c’è già stata l’audizione dei testimoni, se cambia il magistrato, è necessario ripartire: vale infatti la regola per cui il giudice che sente i testimoni deve essere il medesimo che emette la sentenza”.

Nel settore civile, invece, l’avvicendamento dei magistrati crea un contesto di incertezza. Questo perché, ad esempio, il primo magistrato ammette  alcune prove in base alle sue valutazioni. Poi ne arriva un altro che la pensa diversamente, spiazzando le parti: il problema del tribunale di Rovigo non è quello della carenza di organico dei magistrati, che si attesta ad un livello fisiologico, ma del loro frequente avvicendamento per cui, nel settore civile, si arriva a sentenza in cause seguite anche da quattro magistrati diversi”.

Diversa la situazione del personale amministrativo, pesantemente sotto organico. Sintomatica in tal senso la situazione dell’Unep  (Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti) dove la carenza arriva al 50%. ”All’Unep siamo sul’orlo del precipizio perché, se l’atto da notificare rientra tra quelli considerati urgenti, si riesce in qualche modo a procedere. Se non rientra nella categoria “urgente” vengono fissati appuntamenti con tempi lunghissimi, e magari nel frattempo, il debitore si rende irreperibile. In questo quadro le risorse del Pnrr possono essere un’occasione importante per cercare di mettere mano a problemi che si protraggono da anni perché si parla di somme pari ad importi mai visti nel passato e che difficilmente rivedremo una seconda volta in futuro”.

“Riponiamo molte delle nostre aspettative sulla riforma della giustizia e sulle risorse del Pnrr – spiega la presidente degli avvocati del Nordest Italia Alessandra Stella –  Sempreché la riforma del processo si accompagni anche ad interventi di natura strutturale: la riforma della giustizia che, secondo il 35% degli avvocati italiani, rappresenta il primo obiettivo da raggiungere per far uscire il paese dalla crisi e tornare a crescere (Censis, Rapporto 2021) non può più focalizzarsi sulle modifiche del processo, ma deve prevedere investimenti per l’apparato amministrativo. Oggi la grande opportunità viene  appunto dai fondi del Pnrr che destinano al “pianeta Giustizia” circa 2,8 miliardi di euro su base nazionale e che si spera risolveranno anche le disfunzioni di Rovigo”.

Sul fronte strettamente interno dell’avvocatura si registra a Rovigo una preoccupante inversione di tendenza. “Vediamo molti avvocati che cambiano mestiere – aggiunge Ubertone –  Una volta accadeva che gli addetti agli uffici giudiziari ambissero alla laurea in giurisprudenza per avviare poi uno studio legale: oggi è l’esatto contrario perché ci sono a Rovigo molti avvocati che, iscritti all’albo anche da parecchi anni, chiudono lo studio per fare il concorso per un posto di personale di cancelleria. E non parliamo di lavori dirigenziali. Cresce così il numero delle cancellazioni dall’albo e per la prima volta stiamo scendendo sotto la soglia dei 500 iscritti. Una questione che incide anche sul numero dei componenti che andranno a formare i futuri consigli dell’Ordine: per legge devono essere 11 se l’ordine di riferimento supera i 500 iscritti, ma scendono a 9 se ci si attesta al di sotto di questa “fatidica” soglia”.

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