Gli avvocati di Napoli contro le nuove regole sull'accesso alle cancellerie penali
Gli avvocati napoletani alzano la voce e contestano fortemente alcune regole sull’accesso alle cancellerie penali e sulle facoltà riservate ai colleghi
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Questa la posizione del Foro di Napoli espressa in un comunicato del Consiglio dell’Ordine:
“Va anzitutto espresso fermo dissenso per il contenuto del documento che appare ledere gravemente i diritti e le facoltà assicurate dalla legge agli utenti del settore giustizia e in particolare agli avvocati costituiti nel processo. In primo luogo, appare assurdo se non addirittura provocatorio, pretendere il pagamento di diritti di cancelleria per ottenere informazioni (verbali, non già certificazioni scritte) come da prassi e come previsto dalla legge processuale. Sotto questo profilo va appena evidenziato che, avendo il difensore costituito diritto di accedere, negli orari di apertura della cancelleria, a tutti gli atti costituenti il fascicolo processuale, è quanto mai ovvio che il medesimo abbia diritto a leggere anche il verbale della ultima udienza che conterrà la ordinanza di rinvio del processo.
E se l’Avvocato ha diritto a consultare liberamente il verbale contenente la ordinanza di rinvio, non si vede perché lo stesso non possa limitarsi a chiedere al cancelliere informazioni circa il rinvio che quel verbale documenta! Dunque, nulla e davvero nulla impedisce al difensore di chiedere a buon diritto informazioni circa il rinvio del processo.
In argomento va in questa sede ribadito che l’Avvocato ha altresì pieno diritto di conoscere non soltanto le ordinanze di rinvio ma anche gli esiti dei giudizi dal contenuto decisorio (i dispositivi letti dal giudice in udienza) che ben potrebbero, come più volte richiesto da questo Consiglio, essere comunicati via PEC ai difensori costituiti anche quale utile misura per favorire la riduzione della necessità dell’accesso dei difensori alle cancellerie penali.
Sotto questo profilo, giova ricordare che rappresenta prassi diffusa dei giudici quella di leggere tutti i dispositivi di giornata al termine della udienza anziché alla conclusione del singolo processo e che tale prassi, soprattutto nel presente periodo di limitazione degli utenti del settore giustizia al tribunale, rende impossibile per il difensore esser presente alla lettura del dispositivo che spesso avviene molte ore dopo la fine del suo processo. Da ultimo, ma non per ultimo, si auspica che gli autori del documento vogliano precisare che l’annotazione degli avvocati che accedono alle cancellerie senza prenotazione costituisca semplicemente una misura di precauzione ai fini sanitari alla stessa stregua della prenotazione. Per tali motivi, il Consiglio attende urgenti provvedimenti a tutela dei diritti e delle facoltà dell’Avvocatura”.
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