Gli avvocati professionisti di serie B
Luciano. Cassa Forense è invasa da richieste degli iscritti che chiedono sostegni al reddito
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Per il governo “esistono cittadini di serie A e di serie B”, e “ci si dimentica l’importante apporto che danno al sistema Paese gli oltre un milione e 600.000 iscritti alle Casse di previdenza private che, con i loro familiari, e il relativo indotto, rappresentano più del 10% della popolazione italiana”. È con queste parole che il presidente della Cassa nazionale di previdenza forense, Nunzio Luciano, giudica il decreto Cura Italia, aggiungendo che gli Enti come il suo (al quale sono associati circa 240.000 avvocati, ndr), in questi giorni, “sono invasi dalle richieste degli iscritti”, alle prese con i danni causati dalla diffusione del Coronavirus, che “ci chiedono di sostituire lo Stato, soprattutto con misure integrative al reddito”. E ciò perché, nel provvedimento dell’Esecutivo, “vengono destinate delle misure prive di un effettiva consistenza, con importi ridicoli in relazione al numero dei destinatari”, tra occupati dipendenti e lavoratori autonomi. “Come Adepp (l’Associazione delle Casse) stiamo continuando a trattare con il governo, soprattutto ricordando che noi concorriamo alla fiscalità generale e che possiamo far fronte alle incessanti richieste degli associati solo con la parte delle risorse destinate all’assistenza, dovendo erogare le pensioni presenti e future ai nostri colleghi”. Luciano conclude: “Comprendiamo le difficoltà che vi possono essere in un momento così delicato, ma i lavoratori autonomi iscritti alle Casse di previdenza sono cittadini uguali agli altri”, termina la nota della Cassa degli avvocati
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