Gli avvocati tributaristi: chiedono di sospendere i termini di decadenza
Viene lanciato l’allarme dopo che il governo non ha indicato, contrariamente a quanto fatto per la giustizia civile e penale, un percorso preciso da seguire per fronteggiare l’emergenza nazionale legata al contagio da Coronavirus
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Urge una chiara ed espressa normazione che sospenda per almeno 60 giorni ogni termine di decadenza tanto sostanziale quanto processuale, in caso contrario non sarebbe possibile garantire il diritto di difesa dei contribuenti”. Ad intervenire è il presidente della camera tributaria degli avvocati di Agrigento, Daniele Vitello, che lancia l’allarme dopo che il governo non ha indicato, contrariamente a quanto fatto per la giustizia civile e penale, un percorso preciso da seguire per fronteggiare l’emergenza nazionale legata al contagio da Coronavirus. “Il momento storico – aggiunge in una nota stampa – ha visto il governo prendere scelte drastiche, significative e condivisibili, mediante la decretazione di urgenza. In materia di giustizia, la decretazione è stata frammentaria sospendendosi le udienze più imminenti ed affidando ai Presidenti dei vari uffici giudiziari la regolamentazione di altri aspetti. Abbiamo assistito, pertanto, a termini e modalità diverse da un ufficio giudiziario ad altro, senza un raccordo comune e senza una rassicurante sospensione complessiva dell’attività giudiziaria per un tempo ampio e coordinato. La sospensione delle udienze è necessaria per evitare aggregazioni e, quindi, contagi, più che a tutela dei nostri assistiti. In questa frammentarietà, manca una norma espressa in ambito tributario che sospenda i termini sostanziali per l’impugnazione degli atti amministrativi, oltre che di quelli processuali. Se su questi ultimi potrebbe giungersi in via ermeneutica (anche se prudenzialmente gli avvocati tributaristi continuano a lavorare ed evitare decadenze), non sussiste la sospensione dei termini per ricorrere avverso avvisi di accertamento, cartelle di pagamento, provvedimenti esattivi più in generale, nonché la sospensione dei termini amministrativi nell’ambito delle procedure di accertamento con adesione, di produzione documentale, di inviti al contraddittorio, di interpelli, con l’impossibilità di conferire con il proprio assistito e recuperare il mandato autenticandone la firma. Proprio tale mancanza ha determinato la presa di posizione, autonoma e settoriale, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, che hanno sostanzialmente sospeso le verifiche ed i controlli. Ma anche tale provvedimento pare dettato più dall’esigenza di tutelare i militari ed i funzionari verificatori che i nostri assistiti. Peraltro, tale orientamento non è estendibile ai procedimenti di verifica e controllo delle imposte comunali e locali, i cui termini continuano pertanto ad essere perentori”, conclude l’avvocato Daniele Vitello.
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