I criteri di redazione degli atti giudiziari non sono la soluzione per i problemi della Giustizia
Il Movimento Forense, in risposta allo schema di "Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari" in ambito civile trasmesso dal Ministero della Giustizia al Consiglio Nazionale Forense il 23 maggio 2023, ribadisce che la dimensione e i criteri di redazione degli atti giudiziari non rappresentano la soluzione ai problemi della Giustizia, ma servono ad altri scopi.
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L’obiettivo dichiarato dello schema di regolamento, ovvero favorire la chiarezza e la sinteticità degli atti giudiziari civili, non viene raggiunto in modo efficace. Le norme contenute nel regolamento, che riguardano i limiti dimensionali e le regole tecniche redazionali, non contribuiscono adeguatamente alla chiarezza e alla sinteticità degli atti giudiziari. Ad esempio, non viene contemplata la possibilità per i difensori di inserire schemi e immagini di “legal design” per descrivere figurativamente situazioni complesse, né vengono considerate le note a piè di pagina, che sono utili per spiegare al giudice termini tecnici senza interrompere l’esposizione.
Inoltre, l’imposizione di limiti dimensionali, con la necessità di motivare eventuali superamenti, risulta eccessivamente restrittiva per gli avvocati, senza garantire la certezza di non violare il regolamento e con il rischio di sanzioni economiche in sentenza. Le dieci parole chiave obbligatorie per definire l’oggetto del giudizio sono confuse e non contribuiscono ai requisiti di chiarezza e sinteticità.
Il Movimento Forense solleva anche preoccupazioni riguardo alle sanzioni previste nel regolamento, che potrebbero penalizzare le parti in procedimenti pendenti per atti già depositati che non rispettano le disposizioni. È fondamentale che ogni riforma processuale sia condivisa preventivamente con l’Avvocatura, per salvaguardare il diritto di difesa, pilastro costituzionale dell’ordinamento italiano e fondamentale protezione per i cittadini.
Il Gruppo di lavoro sulla chiarezza e la sinteticità degli atti processuali, che ha elaborato schemi e criteri vincolanti in materia di scrittura degli atti giudiziari, non ha mai visto applicazione e viene completamente stravolto dal nuovo Decreto ministeriale.
Nell’ottica dell’innovazione nel settore della giustizia, è importante considerare l’utilizzo futuro di strumenti di Intelligenza Artificiale nel processo legale e promuovere una cultura di redazione di testi “machine-readable” sia per gli avvocati che per i magistrati. Tuttavia, non si deve trascurare che schemi e rappresentazioni grafiche possono avere un valore comunicativo più ampio.
Movimento Forense evidenzia che gli attuali criteri delle persone degli atti risultano asimmetrici nel confronto tra avvocati e magistrati, senza una parificazione adeguata e senza pari sanzioni.
Il Consiglio Nazionale Forense e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano hanno già sollevato diverse criticità al Ministero della Giustizia, evidenziando le problematiche che non garantiscono la tutela del diritto di difesa: rilievi fatti propri da MF.
Movimento Forense sottolinea la necessità di modificare il regolamento tenendo conto che gli obiettivi di sinteticità e chiarezza possono essere raggiunti solo con la partecipazione consapevole e motivata delle parti coinvolte.
Pertanto, Movimento Forense invita il Consiglio Nazionale Forense e l’Organismo Congressuale Forense a continuare il dialogo con il Ministero della Giustizia sulla base dei principi sopra menzionati, offrendo piena disponibilità a fornire supporto utile e opportuno, chiedendo in particolare al Ministero di:
Prevedere un periodo di non vincolatività della norma prima dell’entrata in vigore del regolamento il prossimo 30 giugno, per consentire una diffusione massima e la creazione di percorsi formativi specifici per gli avvocati.
Mantenere la possibilità di utilizzare schemi e immagini nei testi e non escludere completamente le note a piè di pagina per garantire chiarezza e sinteticità.
Prevedere incentivi per gli avvocati che utilizzano link ipertestuali o implementano gli atti con criteri redazionali chiari, sintetici e innovativi.
Il Movimento Forense auspica che il testo definitivo del regolamento si conformi a un principio di civiltà giuridica, evitando restrizioni eccessive o irragionevoli nella redazione degli atti giudiziari e mantenendo ampie deroghe e specifiche indicazioni degli avvocati senza sanzioni processuali o economiche in materia di spese legali.
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