I penalisti i irpini incrociano le braccia scatta l’astensione
Cinque giorni di astensione per i penalisti irpini.
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Come deciso dalla Camera Penale da lunedì a venerdì gli avvocati incroceranno le braccia per protestare contro gli effetti a livello organizzativo delle sempre più frequenti sentenze con motivazione contestuale, che non vengono messe in discussione dal punto di vista del diritto, ma per gli effetti che stanno producendo dal punto di vista organizzativo all’Avvocatura penale avellinese. Nella delibera che proclama l’ astensione, firmata dal presidente Quirino Iorio, si evidenziano proprio alcune criticità legata alla scelta sempre più diffusa “si fanno sempre più frequenti le segnalazioni degli avvocati relative all’ormai invalsa consuetudine da parte di alcuni collegi giudicanti, giudice monocratico e Gup del tribunale penale di Avellino, di optare, all’esito della Camera di consiglio, per la motivazione contestuale delle sentenze è ciò anche al termine di processi particolarmente complessi per l’ampiezza e l’articolazione della ricostruzione del fatto e per il considerevole numero di capi o punti delle decisioni o di imputati”.
Al di là della coerenza della scelta, ci sono però le criticità: “tale opzione per quanto coerente con il principio di immediatezza e contemplata dal codice di rito.. appare tuttavia in concreto praticabile solo per le decisioni più semplici, risultando e viceversa poco plausibile e, a rigor di logica, difficilmente spiegabile con riferimento a quei processi aventi ad oggetto reati gravi o situazioni processuali complesse, che si concludono con sentenza altrettanto articolata.. spesso dissonanti con gli stessi tempi ristretti della camera di consiglio. D’altra parte tale fenomeno si accompagna da allora la prassi ben più generalizzata e non formalmente corretta ex articolo 525 di trattare più processi prima di ritirarsi in camera di consiglio al termine dell’intera udienza per tutte le deliberazioni, così che accade che le sentenze redatte con motivazioni contestuali vengono di fatto pubblicate nell’assenza fisica del difensore di fiducia e con modalità non sempre rispettose dei principi fissati del dell’articolo 545 del Codice di Procedura Penale”.
Del resto i penalisti irpini contestano in particolare la tempistica, richiamando nelle delibera la circostanza legata al fatto che i tempi “di impugnazione delle sentenze con motivazioni contestuali sono oltremodo brevi ( giorni quindici) , di talché al fine di utilizzarli per intero, a tutela del diritto di difesa e di impugnazione, il difensore dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter ottenere immediatamente copia della sentenza con motivazione contestuale cosa di per sé impossibile proprio perché incompatibile con gli orari di ufficio delle cancellerie, che risultano sovente già chiuse all’atto della lettura della sentenza ed anche gli eventuali verbali steno tipici delle attività di udienza, già di regola disponibili solo dopo diversi giorni dalla celebrazione del processo” creando cosi’una condizione di difficoltà che secondo i penalisti viene anche “resa più ingravescente per le sentenze assunte a ridosso dei fine settimana o dei periodi festivi perché accade che occorre attendere diversi giorni prima di poter entrare in possesso degli atti necessari e prepararli all’impugnazione consumando il già a breve tempo concesso dalla norma”.
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