I referendum di Salvini: carriere separate e responsabilità civile
Intervista al leader della Lega: "Toghe in guerra civile. Urgente la riforma della giustizia"
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Domanda. Matteo Salvini, lei ha annunciato che presenterà un pacchetto di referendum assieme ai Radicali sulla giustizia, a partire dalla separazione delle carriere. Quali sono gli altri temi?
Risposta. Ci stiamo lavorando, le anticipo che, tra le altre cose, ci occuperemo anche di responsabilità civile dei giudici che sbagliano e Csm. Ma non dimentichiamo la giustizia tributaria, con l’obiettivo di invertire l’onere della prova che oggi è a carico del cittadino che, per dimostrarsi innocente, deve pagare una parte della sanzione subito.
- Bel frontale con la magistratura e col governo.
- Macché scontro! È un aiuto a Draghi, per superare i blocchi e i litigi in Parlamento. Ho letto alcune ricostruzioni fantasiose dei giornali e davvero non capisco: i referendum sono la massima espressione della democrazia, perché dovrebbero essere un segnale di ostilità verso il Governo? Peraltro è evidente a tutti che l’attuale maggioranza è eterogenea, figlia di una situazione straordinaria, e non troverebbe mai l’accordo su una riforma che ritengo invece urgente e necessaria.
- Aspetti, andiamo con ordine: è un pacchetto di riforme, come tutte quelle dei Radicali, che non piacciono ai giudici. Maliziosamente viene da chiedere quanto incidano le sue vicende giudiziarie personali.
- Le mie vicende incidono zero. Sono preoccupato quando leggo di alcune sentenze come quella che ha “premiato” un tizio con mezzo chilo di droga perché ritenuta necessaria alla sua creatività di rapper… Mi lasci dire che i giudici indipendenti sono la grande maggioranza e vogliono uscire da questa vergogna: sono consapevoli che servono riforme strutturali. Guardi che è stato Palamara a parlare con un collega dicendo “il ministro Salvini ha ragione ma va attaccato”, mica io.
D, Sì, ma un conto è quel che dice Palamara, altro è se c’è un reale disegno persecutorio. Salvini, lei con i giudici ha un rapporto poco lineare. Va bene quello di Catania che pare la assolva, va male quello di Palermo che l’ha rinviata a giudizio, capisce che non funziona?
- Le ricordo che Palamara era presidente dell’Anm… Guardi che avere una giustizia che funziona non è interesse di Salvini ma di 60 milioni di italiani.
- Non mi ha risposto.
- La grande maggioranza dei giudici è fatta da rigorosi servitori dello Stato. Ho massima fiducia in quella magistratura. Io so di aver fatto il mio dovere da ministro dell’Interno. A Palermo rischio una condanna fino a 15 anni per non aver ubbidito a una Ong spagnola che ha rifiutato di sbarcare a Malta e in Spagna (due volte!) perché pretendeva di venire sempre e solo in Italia. Stendo un velo pietoso sull’atteggiamento di chi – quando eravamo al Governo insieme – rivendicava gli ottimi risultati sull’immigrazione (meno sbarchi, meno morti, meno dispersi) e poi ha preso le distanze per mandarmi a processo perché avevo tolto la fiducia a Conte….
- Non entriamo nel processo. È che lei ha un atteggiamento ondivago sulla magistratura. Anche sul garantismo. Lei è un fan di Gratteri e dell’uso che fa della carcerazione preventiva, ed è un fan delle inchieste sui suoi avversari politici, mentre diventa garantista su quel che la riguarda.
- Non è così. Stimo Gratteri, che combatte anche la ’ndrangheta, e non entro nel merito delle sue inchieste. Mi perdonerà, ma nessun altro politico in Europa rischia fino a 15 anni di galera per aver fatto quello che aveva promesso in campagna elettorale… e sulla carcerazione preventiva sbaglia del tutto. Io credo che se ne sia fatto un uso eccessivo. Si calcola che i casi di ingiusta detenzione, dal 1991 al 2020, siano stati quasi 30mila. E ogni anno costano allo Stato (e quindi ai cittadini) circa 29 milioni di euro.
- Insomma, lei ritiene che nei suoi confronti ci sia stato un uso politico della giustizia, prepara un pacchetto di referendum e chiede una commissione di inchiesta parlamentare sull’uso politico della giustizia. Su che indaghi? Sulle sentenze? Chiami i giudici dopo che hanno fatto le sentenze e dici loro che “le avete fatte per motivi politici”?
- Anzitutto, a proposito di commissioni di inchiesta, ricordo che sarebbe quanto mai opportuna quella sulla pandemia. Ci sono troppe ombre, di cui parla anche il sottosegretario Sileri, che andrebbero spazzate via. La valutazione sull’uso politico della magistratura sarebbe un po’ più seria di come la mette lei. Dopo le rivelazioni di Palamara in questi giorni emergono strane logge segrete e gestioni opache di inchieste delicate. Ci sono troppi episodi singolari, non è lesa maestà farsi delle domande…
D.Il vero nodo è la riforma del Csm, come evidente dal caso Palamara. E quella va fatta in Parlamento. Come può pensare di fare le riforme in Parlamento mentre mette tra i piedi dei suoi alleati i referendum?
- Il referendum sarà solo abrogativo, quindi non ostacolerebbe il lavoro del Parlamento. Sarei felicissimo se in Aula si trovassero i numeri per una riforma: mi permetta di dubitarne, vista l’impostazione di Pd e 5Stelle. Per il Csm penso alla nomina per estrazione, per evitare interessi di parte e guerre fra correnti. Come in Rai, in banche e società, anche in questo caso il passaggio dalle sezioni del Pd agli organi direttivi è ormai inaccettabile.
- Salvini, non faccia finta di non capire. Questa mossa è uno schiaffo al Governo e alla Cartabia, impegnata a varare una riforma della giustizia per ottenere i fondi del Recovery, percorso già complicato di suoi.
- Capisco benissimo e insisto nel dirle che i referendum sono la massima espressione della democrazia, nessuna sfiducia al ministro Cartabia o al Governo. L’ho detto all’inizio e lo ripeto: saranno un aiuto a Draghi. I veri schiaffi, se di questo vogliamo parlare, sono gli scandali degli ultimi mesi tra logge segrete, correnti e rivelazioni di Palamara…. aggiungo che saremo pronti a sostenere Cartabia nella battaglia, per esempio, sulla durata dei processi: al 2020, abbiamo 3,3 milioni di cause pendenti nel civile e quasi un milione e mezzo nel penale. Praticamente, cinque milioni di cittadini aspettano da anni giustizia. E non sto considerando la giustizia tributaria! La durata media dei processi civili nel primo grado di giudizio è di 360 giorni per l’Italia, 192 giorni per la Germania, 210 per la Gran Bretagna. Sono sicuro che anche i giudici siano preoccupati da questa situazione, non da altro.
- Insisto. Ma come può pensare che nel Governo e in Parlamento si possa arrivare a una riforma, trovando punti di intesa con Pd e Cinque Stelle, mentre lei fa una campagna referendaria su temi divisivi?
- Se parliamo di temi divisivi, segnalo che da quando è nato questo governo Pd e 5Stelle sono impegnati in una continua campagna contro la Lega, tra spot alla Open Arms e provocazioni come lo ius soli. Noi rispondiamo con la concretezza e col lavoro: il Parlamento sta già lavorando sulla riforma del processo civile e penale, passi necessari per confermare i fondi europei. Noi ci siamo. Ma poi, mi scusi: i 5Stelle sono per la “democrazia diretta”, il Pd si chiama “democratico”: coinvolgere e consultare gli italiani, se lo fanno Lega e Radicali, diventa un problema?
- Appunto, che bellezza! Il Pd la provoca sullo ius soli che non ha fatto neanche quando governava da solo, lei li provoca con riforme come la separazione delle carriere che neanche quando era al Governo con Berlusconi. Povero Draghi…
- La situazione è cambiata, la riforma della giustizia non è più rimandabile e mi piacciono le sfide. Volere è potere. Certo, lei ha ragione quando dice che in passato Parlamenti e Governi non riuscirono a fare le riforme. Anche quando ne facevamo parte. Per questo chiediamo che siano i cittadini a far sentire la loro voce: potranno firmare negli 8mila comuni italiani.
- Tornando al Csm. Secondo lei si sarebbe dovuto azzerare il Csm già dai tempi di Palamara?
- È un Csm che evidentemente non può andare avanti, e non da oggi.
- Glielo dico ancora più chiaramente: dovrebbe intervenire Mattarella come ai tempi in cui Napolitano intervenne nella guerra tra procure tra Catanzaro e Salerno sul caso De Magistris?
- Non mi permetto di dare consigli al capo dello Stato, mi limito a osservare che i troppi scandali rischiano di aumentare ancora di più la sfiducia dei cittadini nei confronti della magistratura. La riforma del Csm è urgente.
- A proposito della Cartabia: dovrebbe mandare gli ispettori nella procura di Milano sul caso Amara?
- Mi pare si siano avviate ispezioni per casi meno eclatanti e apparentemente meno gravi. Ma mi fido della saggezza della Guardasigilli.
- Si è fatto un’idea sul perché non sono stati inviati? Alla fine non ci sarà altro che un’indagine della magistratura sulla magistratura. Finirà che paga uno per tutti e non ci sarà una seria verifica di ciò che è accaduto.
- Leggo sui giornali che questo Amara avrebbe tirato in ballo personaggi importanti e anche l’ex premier Conte e che avrebbe parlato di una “loggia segreta”. Secondo un pm non erano seguite indagini a queste accuse. Quindi magistrati contro altri magistrati su indagini delicate. Non possiamo far finta di nulla.
- Lei ha parlato di Draghi al Quirinale. Pensa che anche la Cartabia potrebbe essere un buon candidato per il Quirinale?
- Su Draghi al Colle ho solo risposto a una domanda di un suo collega, non voglio partecipare al toto-presidente. In questo momento sarebbe irrispettoso per tutti immaginare i candidati per il Colle.
- Salvini, una domanda sul centrodestra. La divisione sul governo si ripercuote anche sui tavoli delle amministrative. Non riuscite a riunirvi neanche per scegliere i candidati.
- La Lega è entrata nel Governo nel segno della concretezza, per non lasciare il pallino a Pd e 5Stelle che hanno fatto disastri. E lavoro per un centrodestra unito e vincente anche nelle città, a partire da Milano e Roma.
- Ultima domanda: i Cinque stelle hanno presentato una mozione di revoca al sottosegretario leghista Claudio Durigon. Gli chiederà un passo indietro?
- C’è tanto lavoro da fare e come ha detto anche Giorgetti quella dei 5Stelle è una inutile perdita di tempo. Forse qualcuno vuole togliere l’attenzione da imputati più importanti con reati ben più gravi…
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