Anno: XXVI - Numero 14    
Martedì 21 Gennaio 2025 ore 13:50
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Il Cnf interviene sulle pubblicità che invitano a far causa ai medici.

La delibera in risposta a una segnalazione della Fnomceo.

Il Cnf interviene sulle pubblicità che invitano a far causa ai medici.

Il Consiglio Nazionale Forense “esprime la propria gratitudine al personale medico per l’importante funzione svolta; assicura la attenta vigilanza rispetto alle segnalate condotte ritenendo siano comunque frutto di situazioni isolate e non diffuse”. E “impegna i Consigli dell’Ordine degli Avvocati a vigilare in modo puntuale sulle condotte dei propri iscritti sotto il profilo della violazione delle regole deontologiche” e “i Consigli Distrettuali di Disciplina a perseguire le condotte che, con ogni modalità, ledano la dignità, l’onore ed il decoro della Avvocatura”.

È quanto stabilisce una delibera del Consiglio nazionale forense, approvata a seguito di una segnalazione della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che stigmatizzava l’attività pubblicitaria promossa da una società che offre servizi di consulenza e di assistenza gratuiti a chi abbia subito un danno per errore medico al fine di ottenere il risarcimento dei danni. La nota della FNOMCeO – a firma del presidente, Filippo Anelli – evidenziava come tale pubblicità, con indicazione di compenso legato al risultato, ledesse il decoro della professione forense, realizzando un atto di concorrenza sleale e di accaparramento della clientela. Inoltre, sempre secondo la Federazione, questa tipologia di informazione alimenta, in ambito sanitario, il cosiddetto fenomeno della medicina difensiva, a discapito della appropriatezza diagnostica e della serenità del medico nell’esercizio della professione, e compromette fortemente la fiducia che deve essere alla base della relazione di cura.

Da qui la presa di posizione del Consiglio nazionale forense, che prende atto di come “siano sempre più  frequenti forme di offerta delle prestazioni legali, spesso diffuse da società commerciali, effettivamente lesive, per i loro contenuti, della dignità della professione forense” e richiama un analogo intervento del 2020, in risposta sempre a una segnalazione di FNOMCeO, “relativa a professionisti che sollecitavano azioni giudiziarie contro i medici legate all’allora esistente emergenza sanitaria COVID”.

“Ringraziamo il Consiglio nazionale forense per la sensibilità ancora una volta dimostrata – commenta Anelli – e per il riconoscimento del ruolo del medico, a livello sanitario e sociale. Le due professioni, quella dell’avvocato e quella del medico, sono accomunate dal rispetto di precetti etici e deontologici autonomamente imposti, a tutela ed attuazione della funzione di garanti dei diritti fondamentali dei cittadini”.

Ufficio Stampa FNOMCeO

Nota Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.

 

 

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