Il pubblico dipendente anche part time non può essere iscritto all’albo degli avvocati
Il lavoro alle dipendenze dell’Ufficio per il processo non deroga a tale principio perché l’esercizio dell’attività forense è sospeso per tutta la durata del rapporto (CNF, sentenza n. 4/2023)
In evidenza
Il divieto di cumulare l’attività forense con l’esercizio del lavoro subordinato è posto a tutela dell’interesse pubblico dell’inviolabilità del diritto di difesa.
Pertanto, le eccezioni sono tassative e di stretta interpretazione e il D.L. n. 80/2021 – che ha consentito agli avvocati di svolgere attività subordinata alle dipendenze dell’Ufficio per il processo – non prevede alcuna deroga a tale principio, considerato che l’esercizio dell’attività forense è sospeso per tutta la durata del rapporto di lavoro.
Cosi il Cnf ha deciso il caso in esame con la sentenza 9 febbraio 2023, n. 4
Il caso
Un avvocato veniva cancellato d’ufficio dall’albo per accertata incompatibilità ai sensi dell’art. 18, lett. d) L. 247/2012, avendo esercitato la professione forense pur risultando assunta a tempo indeterminato part time da un ente pubblico come addetta al contenzioso nel Settore Ragioneria e Tributi.
Avverso tale provvedimento, l’avvocato presentava ricorso sostenendo che fosse venuto meno il presupposto dell’assoluta rigidità della causa di incompatibilità a seguito delle recenti normative (D.L. n. 80/2021, convertito con modificazioni nella L. 113/2021), che hanno consentito agli avvocati di svolgere attività di lavoro subordinato alle dipendenze dell’Ufficio per il processo, conservando l’iscrizione all’albo.
La decisione
Il ricorso è stato ritenuto infondato e, per l’effetto, rigettato.
Il Cnf ha sottolineato, infatti, che il regime di incompatibilità disciplinato dall’art.18, lett. d) L. 247/2012 ed, in particolare, il divieto di cumulare l’attività professionale con l’esercizio del lavoro subordinato è posto a tutela dell’interesse pubblico dell’inviolabilità del diritto di difesa. È per tale motivo che le eccezioni al principio sono elencate tassativamente dalla Legge Forense (artt. 19 per le attività di docenza, e 23 per gli avvocati addetti in via esclusiva agli uffici legali degli enti pubblici), e sono di strettissima interpretazione.
Peraltro, anche il D.L. 80/2021, richiamato dalla ricorrente, prevede che l’assunzione “configura causa di incompatibilità con l’esercizio della professione forense e comporta la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale per tutta la durata del rapporto di lavoro con l’amministrazione pubblica”.
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