Il ricordo dei martiri dell’avvocatura.
Domani, alla Camera, un convegno sulle figure di Ambrosoli, Croce e Fragalà
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«È un incontro volto a ricordare tre avvocati che hanno sacrificato la loro vita per la difesa di un diritto». Così si è espressa l’avvocata Isabella Maria Stoppani, del Foro di Roma, presidente nazionale dell’Anai (associazione nazionale avvocati italiani).
Domani, 27 settembre, la coordinatrice dell’associazione modererà, nella sala dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, il convegno sul tema: “Autorevolezza e martirio nell’Avvocatura. Testimoniante ancora vive”. «È un incontro – ha esordito la Stoppani – organizzato da numerosi avvocati dalla sezione di Palermo dell’Anai, col suo presidente avvocato Carmelo Belponer, che, col supporto dell’onorevole Carolina Varchi, hanno portato avanti l’idea per non far dimenticare alcune figure di avvocati molto importanti per l’alto valore del loro sacrificio, dall’avvocato Giorgio Ambrosoli, che sarà ricordato dal figlio Umberto, all’avvocato Fulvio Croce sino ad arrivare al ricordo dell’avvocato Enzo Fragalà, trucidato a Palermo».
«Lo scopo principale del convegno – ha aggiunto – è quello di ricordare in particolare a tutti gli avvocati alcuni colleghi che hanno sacrificato la loro vita per il rispetto delle regole della professione in vario modo, come avvenne per l’avvocato Croce, che venne assassinato dai brigatisti per aver accettato la difesa d’ufficio dei capi storici delle Brigate».
La presidente Anai ha aggiunto che in effetti gli avvocati martiri in Italia non sono purtroppo solo tre, ma molti di più, «ma – ha aggiunto – pur avendo concentrato l’attenzione soltanto su tre figure storiche, durante l’incontro il discorso sarà ampliato al ricordo di altri martiri che nell’esercizio della loro professione sono stati trucidati anche semplicemente per aver difeso un cliente scomodo, fra virgolette, o per essersi opposti a situazioni di malcostume o di mafie di varia natura. E con alcuni di questi martiri che erano per di più coscienti di rischiare la vita nell’esercizio della professione, come l’avvocato Ambrosoli.
Quindi l’obiettivo del convegno – ha aggiunto Stoppani – vuole essere non una spinta per gli avvocati a sacrificare la propria vita, ma ricordare quelli che sono i principi fondamentali del nostro codice deontologico e della nostra professione».
Infine la presidente Anai ha aggiunto che «il convegno vuole anche ricordare ai giovani che svolgere la professione di avvocato oggi non significa fare soltanto soldi, ma tutelare e difendere uno dei diritti fondamentali della nostra Carta».
Il convegno, che si terrà dalle ore 15 sino alle 18, sarà aperto dai saluti dell’onorevole e avvocata Carolina Varchi e dall’avvocato Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense. Seguiranno le relazioni dell’avvocato Umberto Ambrosoli su “Giorgio Ambrosoli. Un esempio di libertà, responsabilità e professionalità”; dell’avvocato Enrico Maggiora, presidente della fondazione dell’avvocatura torinese che porta il nome di Croce sulla figura di “Fulvio Croce: grandezza e dovere di un eroe dell’avvocatura” e, infine, dell’avvocata Marzia Fragalà su “Enzo Fragalà – Ricordo di un avvocato che lottava per la verità”.
Le conclusioni del convegno saranno del professor avvocato Giulio Prosperetti, giudice della Corte costituzionale. L’incontro si svolge col patrocinio del Consiglio nazionale Forense.
L’evento è stato accreditato per tre crediti formativi in deontologia e sarà possibile il collegamento da remoto, via streaming, col sito www. camera. it.
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