Insediamento in bilico per il nuovo consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bari.
Ricorso del sindacato avvocati Bari sulla posizione di Stefanì
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I neoeletti consiglieri dovrebbero insediarsi e procedere all’elezione del nuovo esecutivo ma le poltrone dei 25 avvocati più suffragati della tornata elettorale della scorsa settimana già traballano. Pende, infatti, il ricorso del «Sindacato avvocati Bari» sulla incandidabilità e ineleggibilità di Giovanni Stefanì, presidente uscente dell’ordine, il più votato delle toghe baresi con 2.403 voti. Se il consiglio nazionale forense dovesse dare ragione al «Sab» non solo Stefanì sarebbe defenestrato ma tutti gli avvocati del foro di Bari potrebbero presto tornare alle urne. Lo stesso Stefanì ha preferito non commentare, per non inficiare un momento così particolare per il consiglio neo-eletto, riservandosi di rilasciare dichiarazioni successivamente. I ricorrenti contestano a Stefanì di aver svolto più di due mandati consecutivi e di non aver osservato la «pausa mandato», così come invece previsto dalla legge sull’elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi. «L’avvocato Stefanì – scrivono i legali del Sab al consiglio nazionale forense – risulta candidato ed eletto, interrottamente, dal 2008 al 2014 e, in più, in due ulteriori tornate elettorali, fra il 2015 e il 2018, periodi intervallati dalla nomina del commissario straordinario ad opera del ministero della giustizia». Sempre presente alle elezioni dunque non candidabile e non eleggibile. Nella sua stessa situazione di doppio mandato ci sarebbero altri avvocati eletti in tutt’Italia, da Latina a Palermo, da Roma e Savona, passando per La Spezia e Catania. In alcuni casi, i candidati con doppio mandato avrebbero già fatto un passo indietro, in altri avrebbero comunque partecipato alla competizione elettorale. Di qui, la pioggia di ricorsi del Sindacato avvocati, che anche a Bari ha presentato una sua lista alle votazioni dello scorso gennaio. Dei 17 ricorrenti, 16 sono proprio i candidati in lista con Sab. Di questi, 4 sono entrati in consiglio: si tratta di Lucilla Pavone, Francesco Amodio, Antonella Pezzuto, Leonardo Ciciolla. Il 17esimo ricorrente è l’avvocato Luigi Pansini, al momento fuori dal consiglio, che ha presentato ricorso per «l’ulteriore interesse ad un miglior posizionamento nella complessiva graduatoria/esito della competizione elettorale». Il consiglio nazionale forense dovrà ora esprimersi sia sulla posizione di Stefanì sia sull’ipotesi di nullità e illegittimità di tutta la procedura elettorale.
Fonte. Gazzetta del Mezzogiorno
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