La giustizia deve ripartire a pieno regime, preoccupa il silenzio della politica
I penalisti napoletani sono preoccupati dal silenzio della politica ma decisi sulle proposte da attuare per una ripresa completa del settore giustizia
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I penalisti napoletani hanno le idee chiare su come si potrebbe gestire la fase di ripresa dei ritmi dell’attività giudiziaria dopo la pausa feriale. Venerdì il presidente della Camera penale di Napoli Ermanno Carnevale sarà all’incontro con i capi degli uffici giudiziari napoletani per discutere i termini della ripartenza. I dati recenti sui contagi, frutto anche dell’aumento dei tamponi, tracciano uno scenario con il quale bisognerà fare i conti ancora per un po’ di tempo, e non si sa quanto. «La ripresa in ogni caso deve essere completa – chiarisce l’avvocato Carnevale – L’assoluto silenzio della politica preoccupa. È assurdo che mentre si dibatte sulla ripresa di tanti altri settori del paese e del sistema pubblico, della giustizia non si parli. Ci saremmo aspettati indicazioni precise dalla politica, e quindi dal ministro, su come organizzare la ripresa, posto che il sistema della delega ai singoli uffici ha prodotto i risultati che abbiamo constatato tutti e che lo stesso presidente dell’Unione Camere Penali nazionali Caiazza ha tradotto in quell’espressione bellissima, quella dei granducati, che rende perfettamente l’idea».
Tribunali come granducati, la giustizia frazionata e rallentata. «Purtroppo con questo virus dobbiamo convivere – aggiunge Carnevale – È un dato con il quale bisogna fare i conti e la risposta non può essere la chiusura. La risposta sono le precauzioni come quelle utilizzate per tutti i settori produttivi del Paese. La giustizia è un servizio pubblico essenziale e non può essere relegato in posizioni di marginalità. Deve riprendere a pieno regime», ribadisce il presidente dei penalisti napoletani. Il Tribunale di Napoli è un ufficio giudiziario dai grandi numeri, centinaia di udienze ogni giorno, migliaia di presenze giornaliere. Ma la piena ripresa delle attività è possibile secondo i penalisti. «Le udienze possono riprendere a pieno regime con orari e fasce orarie – spiega Carnevale – Da parte nostra c’è piena disponibilità anche a fare udienze di pomeriggio». Ovvio l’uso di dispositivi di sicurezza: mascherine e distanziamento sono una condizione su cui sono tutti d’accordo. L’idea è che dalla crisi si possano trarre occasioni anche positive. Nel campo della giustizia napoletana, un esempio in questo senso è l’esperienza dei frontoffice.
«Quello della Corte d’Appello – spiega Carnevale – ha dato buoni risultati». Attualmente sono operativi i front office della Corte d’Appello e del Tribunale. «Ci auguriamo che si possa attivare anche per l’ufficio gip – aggiunge – Implementare i front office sarebbe molto utile». Quanto al nodo cancellerie e al problema dell’accesso degli avvocati nelle segreterie e negli uffici del personale amministrativo del tribunale, la proposta dei penalisti è chiara: «Il sistema delle prenotazioni come metodo unico va eliminato – sostiene Carnevale – Sappiamo tutti, per averli frequentati, che sui piani delle torri, soprattutto da quando sono attivi i front office che alleggeriscono molto il lavoro delle cancellerie ed evitano folle agli ascensori, assembramenti non ce ne sono stati. Non se ne vedevano neanche in epoca pre-Covid, a dire il vero. Il sistema delle prenotazioni, oltre a essere residuale rispetto a quello che si può fare al front office, secondo noi andrebbe eliminato. Quindi un conto è svilupparlo come prassi che può rivelarsi positiva in molti casi, un conto è renderlo unico metodo. È chiaro poi che bisogna adottare tutte le cautele ma distanziamento e mascherine sono sufficienti. Eliminare il sistema delle prenotazioni quindi sarebbe un segnale importante», spiega Carnevale.
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