L’Anf lancia l’allarme sull’attuazione del Pnrr e sulle riforme della giustizia in Italia.
Di Marco: l’arretrato non si abbatte cambiando solo le regole
In evidenza
“La riforma della giustizia è tra le riforme condizionali del PNRR. Passa attraverso il successo di questa riforma il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di smaltimento dell’arretrato giudiziario, e dunque l’erogazione dei finanziamenti all’Italia. Ma rischiamo seriamente di andare a sbattere, perché le modifiche del rito non saranno sufficienti a conseguire gli obiettivi, anzi si rischia di impantanare ancor di più la macchina giudiziaria, che ha bisogno di mezzi, sedi e persone”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, che ha evidenziato il rischio che corre il nostro Paese all’eurodeputato Carlo Fidanza, incontrandolo ieri a Bruxelles a margine della conferenza finale di Mutuus, il Progetto cofinanziato dall’Unione Europea e di cui Confprofessioni è capofila e che ringraziano per l’impegno profuso su temi così delicati e attuali.
“Abbiamo voluto portare all’attenzione dell’Europa – continua Di Marco – la mancanza di visione che sembra mancare nel nostro Paese, dove paradossalmente alcun parlamentari, come Cottarelli, preferiscono attaccare in modo ideologico una misura di buonsenso come l’equo compenso ai professionisti, invece di ragionare su misure concrete che aiutino il Paese. Bisogna tornare rapidamente coi piedi per terra, perché le questioni sono altre, riguardano le risorse materiali, le risorse umane, le strutture informatiche, che possono davvero velocizzare la giustizia. Il quadro delle riforme che sono legate al PNRR sono di grande importanza per l’Italia, ma rischiamo di vanificarne la portata storica se pensiamo di raggiungere l’obiettivo solo con un maquillage di norme e procedimenti”.
Altre Notizie della sezione
Prorogare le modalità di svolgimento dell’esame di stato per il 2025
10 Gennaio 2025Lo chiede l'Associazione Italiana Giovani Avvocati.
Giudici di pace al collasso.
10 Gennaio 2025L’allarme degli avvocati. Il Governo intanto riapre alcuni Tribunali soppressi.
Avvocati, solo 1 su 10 ha un reddito superiore a 2.000 euro al mese.
09 Gennaio 2025I costi della professione sono decisamente alti, aumentano le cancellazioni dalla Cassa forense e in molti abbandonano l'attività. Ecco cosa fare per risolvere il problema: «lo studio legale va gestito come una azienda», spiega l’esperto.