Anno: XXV - Numero 222    
Martedì 3 Dicembre 2024 ore 13:15
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L’avvocato in Costituzione arriva in Parlamento

Depositato il ddl sul ruolo dell’avvocato nella nostra Carta.

L’avvocato in Costituzione arriva in Parlamento

Stefano Patuanelli e Massimiliano Romeo sono i capigruppo a Palazzo Madama, rispettivamente, del Movimento cinquestelle e della Lega.

Sono loro a depositare, nella serata di giovedì scorso, il disegno di legge con cui si afferma esplicitamente, all’articolo 111 della Costituzione, il ruolo dell’avvocato.

Una scelta non casuale: affidare ai loro vertici in Senato attesta, per i due partiti di maggioranza, la loro determinazione nello storico riconoscimento.

Il segnale arriva in coincidenza del Congresso nazionale forense e dedicato, tra l’altro, proprio al “ruolo dell’avvocato nella Giurisdizione”. Si dimostra così in modo ancora più netto, se necessario, la volontà da parte delle due forze di governo di mettersi dalla parte della professione forense e condividere la centralità rivendicata da quest’ultima anche durante i lavori dell’Ergife. Il testo non si discosta se non per qualche dettaglio di punteggiatura dalla versione accreditata già da alcuni giorni.

All’articolo 111 vengono dunque aggiunti un secondo comma sulla imprescindibilità dell’avvocato nel processo, salvo «casi tassativamente previsti dalla legge», sulla sua «funzione» di «garantire l’effettività della tutela dei diritti e il diritto inviolabile alla difesa» ; e un terzo comma che scolpisce nella Carta la «libertà, autonomia e indipendenza» dell’avvocato». 

La scelta di attivare l’iniziativa parlamentare anziché proporre un disegno di legge direttamente presentato dal governo matura dopo una valutazione fatta nelle ultime ore proprio da Bonafede.

Il guardasigilli era pronto a discutere il testo nel Consiglio dei ministri di giovedì, tanto da averlo presentato agli uffici della Presidenza.

Ha poi fatto prevalere la considerazione secondo cui per leggi costituzionali, vista la loro delicatezza, si tende a preferire la via parlamentare.

E visto che, sul riconoscimento della professione forense, il ministro aveva da tempo trovato la condivisione con il partito di Matteo Salvini, una veloce consultazione ha prodotto la scelta di affidare ai due capigruppo la titolarità del testo.

Così Patuanelli e Romeo già giovedì sera lo hanno formalmente depositato presso gli uffici di Palazzo Madama.

Sarà la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati a decidere sulla commissione a cui assegnare il ddl, che sarà probabilmente la Affari costituzionali.

Il rilievo riconosciuto alla professione forense non solo nella dimensione strettamente «processuale» è attestato da diversi passaggi della relazione allegata al ddl.

«La previsione secondo la quale l’avvocato ha la funzione di garantire l’effettività della tutela dei diritti», si legge nella nota illustrativa, «esplicita la funzione costituzionalmente attribuita» al difensore, «nel suo ruolo di garanzia dei diritti in generale».

Una missione di «custode» dei principi della democrazia che già contiene in sé il rilievo costituzionale ora riconosciuto anche formalmente all professione forense.

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