Anno: XXVI - Numero 10    
Mercoledì 15 Gennaio 2025 ore 13:45
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Le camere penali vigileranno sulle tagliole all’appello nei decreti attuativi

L'Ucpi affronta il tema della riforma del processo penale, facendo un bilancio complessivo dopo l'approvazione del ddl Cartabia.

Le camere penali vigileranno sulle tagliole all’appello nei decreti attuativi

La giunta dell’Unione Camere penali (Ucpi) ha redatto un documento che fa un bilancio della riforma penale appena approvata alla Camera. Sicuramente per i penalisti guidati da Gian Domenico Caiazza, «l’iniziativa della ministra Cartabia, seppur nella forma del compromesso, ha significato un decisivo cambio di passo contro il giustizialismo di Bonafede e per porre rimedio all’aberrazione dell’abrogazione della prescrizione. È ora necessario che con i nuovi fondi si intervenga aumentando il numero dei magistrati addetti ai tribunali e affrontando carenze strutturali».

Sono ritenute positivi il «ruolo del Parlamento per le priorità di trattazione dei casi penali e la nuova regola di giudizio per l’udienza preliminare, oltre alle innovazioni del controllo del gip sulle indagini e alle soluzioni alternative al processo e in materia di esecuzione della pena». Tuttavia «la scelta della prescrizione processuale in luogo della più solida soluzione “Lattanzi 1” ha consentito quella poco decorosa gara alla indicazione di reati- simbolo da sottrarre alla sua operatività».

Ed «evidente è l’incompatibilità con i principi costituzionali del nuovo potere assegnato al giudice del singolo processo, che gli consente di allungare a dismisura il tempo della prescrizione sulla base di presupposti dagli incerti confini, anche se è stato previsto un mezzo di impugnazione».

Per l’Ucpi servirebbe la riforma della riforma…

In generale, aggiunge la giunta dell’Ucpi, «l’insieme delle regole che governano il nostro processo penale è segnato da gravi storture a causa dei tanti interventi emergenziali che si sono succeduti nei trent’anni della sua vigenza. Sarebbe necessaria una “riforma della riforma” del codice dell’88 di natura sistematica e ispirata dall’idea di realizzare effettivamente i principi dell’effettività del contraddittorio e del giusto processo. Manca» però la «condivisione politica e sociale di un quadro di valori che nella nostra iniziativa abbiamo riassunto nel “Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo”».

In conclusione l’Ucpi assicura di voler vigilare affinché «i decreti delegati non tocchino la sostanza e la forma del sistema delle impugnazioni». Se è vero infatti che la critica vincolata è stata eliminata, come richiesto dai penalisti, nella riforma si enuncia di “prevedere l’inammissibilità dell’appello per mancanza di specificità dei motivi”. Ma quest’ultima previsione già esiste: non sarà il cavallo di Troia per ripristinare con qualche artificio lessicale dei un limite all’appello?

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