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L’Inail si vergogni

30 euro a udienza. Protesta de mondo forense

L’Inail si vergogni

Fa molto discutere l’avviso pubblico della direzione dell’Inail Sicilia riguardante la «manifestazione di interesse per la costituzione di un elenco di professionisti legali con incarico di sostituti di udienza». Le attività in udienza riguardano tutti i Tribunali siciliani, le Corti d’Appello di Catania, Palermo e Caltanissetta, nonché gli uffici del Giudice di Pace di ciascun circondario. Le reazioni da parte dell’avvocatura non si sono fatte attendere. Aiga e Movimento forense contestano il contenuto dell’avviso pubblico, definendolo in chiaro contrasto con la recente normativa sull’equo compenso. «L’Inail – afferma Francesco Perchinunno, presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati – annulli immediatamente l’avviso pubblico in scadenza il prossimo 12 agosto». Perchinunno ha scritto direttamente all’ente che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, esprimendo “rammarico” per «i compensi irrisori adottati da una pubblica amministrazione, nonostante la recente emanazione della legge sull’equo compenso».

«Nell’avviso in questione – aggiunge il presidente dell’Aiga – sono previsti corrispettivi irrisori e non rispettosi delle attuali disposizioni normative. È evidente, dunque, che la previsione di tariffe fisse, seppur diffusa nella pratica, non risponde alla vigente disciplina e mortifica il ruolo difensivo degli avvocati».

Anche i presidenti facenti funzione del Movimento forense, Elisa Demma e Alberto Vigani, chiedono all’Inail di fare un passo indietro con l’immediata revoca dell’avviso pubblicato dalla direzione regionale Sicilia. «L’Istituto – affermano – ha pubblicato un bando in scadenza il prossimo 12 agosto, diramato anche ai locali Consigli dell’Ordine, per la costituzione di un elenco di professionisti avvocati disponibili ad attività di sostituzione di udienza, riconoscendo un compenso per tale attività tra i 20 ed i 40 euro. La manifestazione di interesse e i compensi esposti si pongono in palese violazione con la tanto agognata legge sull’equo compenso, entrata da poco in vigore e che è obbligatoria per tutte le Pubbliche amministrazioni, Inail compresa».

L’avviso in questione prevede l’importo di 30 euro per le sostituzioni nelle cause davanti ai Giudici di Pace per la trattazione di una singola causa anche di carattere istruttorio. Dieci euro in più per le sostituzioni davanti Tribunale per la trattazione di una singola causa anche di carattere istruttorio. In Corte d’appello l’importo sale a 45 euro. Gli avvocati Demma e Vigani considerano l’avviso pubblico dell’Inail un altro tentativo per svilire la professione forense. «I compensi proposti – commentano –, rectius imposti, oltre ad essere contrari alla norma, rendendo di fatto nullo l’eventuale contratto, mortificano la professione forense, ridicolizzando l’attività di udienza, quasi fosse una commissione.

Movimento forense chiede che, in applicazione della Legge n. 49 del 21 aprile 2023, Inail Sicilia proceda immediatamente alla revoca della manifestazione di interesse, e che, in mancanza, l’Osservatorio nazionale, previsto dall’articolo 10 della citata norma, eserciti quel potere di controllo che gli è espressamente demandato. Si auspica, altresì, che i Coa territoriali vogliano intervenire per pretendere l’osservanza della legge. La professione di avvocato esige rispetto, formale e sostanziale».

Durissima la reazione dell’Ordine degli Avvocati di Roma, da anni impegnato in prima linea in difesa dell’equo compenso in tutta Italia.

“Ci auguriamo che l’Inail ritiri in autotutela questo bando, che non esito a definire non solo illegittimo, ma anche profondamente offensivo per tutta l’Avvocatura e lesivo della dignità professionale dei Colleghi – attacca il Presidente del Coa Roma, Paolo Nesta – Viceversa non escludiamo di presentare ricorso al Tar per far cassare il bando. Abbiamo vinto altri ricorsi del genere quando non c’era ancora una legge, figuriamoci adesso”.

Nel merito il bando invita gli Ordini Forensi a costituire un elenco di Avvocati dal quale attingere alla bisogna, fissando i parametri irrisori già detti.

“È evidente che le pubbliche amministrazioni cercano in tal modo di ridurre i costi – conclude Nesta – ma lo fanno scatenando una guerra fra poveri e approfittando delle condizioni di difficoltà di tanti Colleghi, ai quali si vorrebbero imporre compensi vergognosi come questi”.

 

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