Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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L'Italia resta fanalino di coda nella Ue sui 'tempi 'dei processi

In primo grado si registra una media di 675 giorni per lo smaltimento dei processi a fronte dei 237 europei, quindi il triplo, in Corte d'appello sono 1.026 giorni, quasi 10 volte di più rispetto ai 177 giorni della media Ue, in Cassazione 1.526 giorni a fronte di 172 giorni in Ue

L'Italia resta fanalino di coda nella Ue sui 'tempi 'dei processi

“Quello in cui l’Italia è fanalino di coda sono i tempi dei processi, ed è un dato inspiegabile”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco, intervenuto a Palermo al convegno di studi della Corte dei conti sulla ‘Giustizia al servizio del Paese’. “In primo grado – ha osservato – abbiamo una media di 675 giorni per lo smaltimento dei processi a fronte dei 237 europei, quindi il triplo, in Corte d’appello sono 1.026 giorni, quasi 10 volte di più rispetto ai 177 giorni della media Ue, in Cassazione 1.526 giorni a fronte di 172 giorni in Ue”.

“Nel penale – ha aggiunto – occorrono 498 giorni a fronte di 149 in Europa e nel processo amministrativo 862 a fronte di 358. Se le risorse destinate alla giustizia nel nostro Paese sono addirittura superiori rispetto a quelle degli altri Stati europei come è possibile che ci siano questi tempi per la definizione dei processi?”, si è chiesto il presidente del Cnf, secondo il quale “evidentemente le cause stanno nella farraginosità del processo, un processo riformato molte volte, reso sempre più complesso e pieno di trappole per gli avvocati e, quindi, per i cittadini”. 

Greco ha poi ricordato la riforma Cartabia che “ci ha avvilito, ci ha fatto perdere le speranze di avere un giusto processo rivolto all’articolo 111 della Costituzione”. Altro tema centrale, è quello dell’organizzazione: “io vorrei – ha concluso il presidente del Consiglio forense – che si mettesse mano all’organizzazione degli uffici giudiziari e, quindi, all’ordinamento giudiziario”.

“Ho fatto parte della commissione istituita dal ministro Nordio, ma riguardo alla richiesta dell’avvocatura di riformare l’ordinamento giudiziario per renderlo duttile e trasparente abbiamo incontrato un muro che ha sostanzialmente lasciato l’ordinamento giudiziario identico a quello che è oggi e che non ha offerto una soluzione per il recupero dei tempi dei processi. L’avvocatura è al servizio del Paese, siamo pronti a qualunque sacrificio affinché la giustizia sia veramente, in quanto funzione primaria dello Stato, al servizio del Paese e dei cittadini”. 

Agenzia Giornalistica Italia

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