L’Ocf boccia il Lodo Conte sulla prescrizione: a rischio incostituzionalità
Blocco della prescrizione dopo il primo verdetto applicabile solo in caso di condanna; per le assoluzioni, invece, una sospensione non superiore a due anni, dopodiché la prescrizione ricomincerà a decorrere
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“Le indiscrezioni che filtrano in questi minuti sulla bozza di riforma della prescrizione presentata durante il vertice di maggioranza, il cosiddetto Lodo Conte, suscitano forti perplessità in ordine a eventuali profili di incostituzionalità laddove distingue fra innocenti e condannati in primo grado in un ordinamento, il nostro, che prevede la presunzione di innocenza fino al completamento del giudizio”. Così Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, l’organo di rappresentanza politica dell’avvocatura, che nelle settimane scorse ha presentato un quesito referendario per l’abolizione della riforma varata dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. L’impostazione che ne uscirebbe creerebbe insomma procedimenti a due velocità, rendendo urgenti quelli con gli assolti (perché il reato si prescriverebbe) e meno urgenti quelli con i condannati (in cui il reato non si prescriverebbe). Altre indiscrezioni forniscono ulteriori elementi di perplessità: “Secondo queste voci, trascorsi due anni senza che sia arrivata la sentenza d’appello – prosegue Malinconico – le parti o i loro difensori potrebbero presentare istanza di immediata definizione del processo e se il termine non venisse rispettato il magistrato sarebbe sottoposto a procedimento disciplinare. Ma ovviamente questo sarebbe sottoposto al vaglio del Csm, che potrebbe rimettere tutto in discussione se ritenesse che in quel determinato distretto giudiziario i carichi di lavoro richiedano tempi maggiori”. Insomma, conclude la nota dell’OCF, “saremmo in presenza di un processo-fisarmonica che durerebbe più o meno tempo a seconda del luogo in cui viene celebrato”. Di qui la bocciatura della proposta e la contrarietà a “qualsiasi succedaneo dell’abrogazione della legge3/2019, che l’Organismo Congressuale Forense continua a richiedere con forza”.
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