Maternità negata, vince il ricorso: il giudice bacchetta l'ente previdenziale
Il giudice accoglie il reclamo di una mamma avvocato che si era vista respingere la richiesta di indennità per i suoi due figli
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Si era vista negare il riconoscimento per l’indennità di maternità dall’ente previdenziale di appartenenza, perché questi aveva sostenuto che la domanda di iscrizione allo stesso era stata presentata tardivamente. La professionista in questione è un’avvocata che come tutte le mamme lavoratrici si fanno in quattro per portare avanti le proprie passioni e, allo stesso tempo, creare una famiglia. Al rifiuto da parte della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, la professionista ha deciso di rivolgersi ai suoi due legali di fiducia, per far valere i suoi diritti. Il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – sezione Lavoro e Previdenza -, la dottoressa Federica Ronsini, davanti alla quale si è discussa la causa, ha pronunciato una sentenza favorevole alla ricorrente. Una sentenza importante in quanto la magistrata, oltre a riconoscere i diritti della professionista, ha dato una bacchettata all’ente previdenziale della categoria, in quanto prima di accogliere e comunicare l’avvenuta iscrizione ha impiegato ben due anni. Ed, infatti è proprio su questo che la linea difensiva è stata centrata. In sostanza, è successo che l’avvocata chiedeva iscrizione alla cassa forense nel frattempo che l’ente previdenziale deliberasse l’iscrizione (oltre 2 anni di attesa) l’avvocata ha dato alla luce due figli. Una volta ricevuta la comunicazione dell’avvenuta iscrizione con la richiesta di versamento dei contributi pregressi ovvero dalla data della domanda di iscrizione procedeva a richiedere l’indennità di maternità che la cassa forense riteneva di non poter accogliere poiché ormai tardiva. L’ente infatti sosteneva che la domanda era stata presentata oltre il termine dei 180 giorni dalla data del parto, solo che la comunicazione dell’avvenuta iscrizione la neomamma l’aveva ricevuta ad ottobre del 2014 quando il suo secondo figlio aveva già un anno e mezzo. La professionista si è così vista costretta a rivolgersi al tribunale attraverso gli avvocati Lancia e Fleri per tutelare il diritto alla maternità che il tribunale riconosceva sulla base del presupposto che la cassa non poteva contestare la tardività della domanda quando l’ente previdenziale stesso aveva deliberato l’iscrizione con oltre due anni di ritardo. Il giudice ha così accolto la domanda e accertato il diritto della ricorrente all’indennità di maternità. Ha condannato la resistente Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense al pagamento in favore della ricorrente suddette prestazioni relative alle due gravidanze.
Fonte: Latina Oggi
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