No al federalismo giudiziario
Serve un intervento normativo che garantisca modalità d’udienza univoche e certe
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L’Aiga, Associazione Italiana Giovani Avvocati, come chiarito all’indomani della pubblicazione del decreto “Cura Italia” del 18 marzo 2020, ribadisce ancora con fermezza l’assoluta nocività e la profonda inidoneità della “gestione locale” della Giustizia venutasi a determinare dal 12 maggio 2020 con l’inizio della c.d. Fase 2 che, nei fatti, sta determinando nell’avvocatura tutta confusione e malcontento, oltre che numerosi problemi interpretativi ed applicativi. La compresenza di circa 200 protocolli diversi su tutto il territorio nazionale, infatti, non solo rende oltremodo gravoso per i difensori l’esercizio della propria attività professionale atteso che il lavoro di udienza al di fuori del proprio Foro di appartenenza necessiterà del previo studio di ciascun protocollo, ma determina una ingiusta sperequazione del diritto di difesa, in quanto porta a trattare identiche questioni in modo totalmente differente. “Tale aberrazione del diritto”, chiarisce il Presidente di Aiga, Avv. Antonio De Angelis “richiede un immediato intervento da parte del Governo, affinché modifichi l’art. 83 del decreto n.18 del 17 Marzo 2020, così come convertito dalla legge n.27 del 2020, prevedendo in modo uniforme, per tutte le ipotesi di trattazione scritta, sia la tipologia dei giudizi in cui essa debba essere applicata sia i termini e i modi in cui detta trattazione dovrà eseguirsi su tutto il territorio Nazionale”. La Giovane Avvocatura è compatta nel rimarcare la necessità di un intervento normativo uniforme che garantisca la trattazione scritta con modalità certe ed univoche nei differenti Tribunali d’Italia. “In uno Stato di Diritto che si rispetti”, affermano l’avv. Anna Lops, Responsabile dell’Ufficio Legislativo Aiga, e l’Avv. Valerio A. Vinelli, Coordinatore del Dipartimento Nazionale Aiga di Civile e Procedura Civile “non è pensabile che possa lasciarsi all’autodeterminazione del singolo Capo dell’Ufficio Giudiziario la modalità di trattazione delle udienze, comportando ciò, tra l’altro, una ingiusta deresponsabilizzazione del Ministro della Giustizia in un campo che è di Suo esclusivo appannaggio, in questo periodo emergenziale”. L’Aiga, dunque, chiede con fermezza al Ministro un intervento immediato e risoluto, di concerto con le rappresentanze dell’Avvocatura e della Magistratura, teso ad evitare l’aberrante costituzione – che di fatto sta avvenendo – di un federalismo giudiziario non degno di uno Stato di diritto.
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