Ocf. Sostegno a tutti i referendum sulla Giustizia
L’Organismo Congressuale Forense sostiene tutti i referendum sulla giustizia italiana
Con la consapevolezza del rischio di non raggiungimento del quorum, stante il sostanziale silenzio dei media, l’Ocf invita i colleghi e i cittadini a sostenere l’iniziativa referendaria che mantiene la sua ragione d’essere anche dopo la recente approvazione della riforma dell’ordinamento giudiziario alla Camera.
Per l’Ocf il referendum sulla separazione delle funzioni ha un sicuro valore propedeutico verso la più impegnativa separazione delle carriere, la quale richiede una successiva riforma costituzionale che sdoppi il Csm per pubblici ministeri e giudici.
Anche il quesito referendario sul diritto di tribuna e di voto degli avvocati che fanno parte dei consigli giudiziari, fino all’approvazione della riforma sull’ordinamento giudiziario, mantiene la sua funzione di stimolo a un miglioramento del sistema di valutazione dei magistrati che si auspica possa scaturire, senza pregiudizi, dall’intera comunità giudiziaria di cui gli avvocati sono parte fondamentale ed autorevole.
Il quesito volto a superare il limite minimo di firme di presentazione della candidatura al Csm è invece per l’Ocf meritevole di sostegno perché rende più democratico il meccanismo elettorale del Csm, limitando lo strapotere delle correnti più forti, andando a definire un aspetto trascurato dalla riforma ora all’attenzione del Senato.
Sui due referendum che non riguardano l’ordinamento giudiziario, e cioè quello sulla custodia cautelare e quello per la abrogazione della legge Severino c’è la piena adesione ed il convinto sostegno di Ocf in quanto ad entrambi i relativi quesiti è sotteso il principio della presunzione di innocenza (oggetto peraltro di recente specifico decreto legislativo, attuazione di direttiva europea).
Il primo rappresenta in caso di approvazione il superamento dell’idea di carcere come unico rimedio al reato, nel solco peraltro dei condivisibili intendimenti della Ministra Cartabia di uscita dalla logica “carcerocentrica” (intendimenti accolti nel progetto di riforma penale).
Quanto al secondo occorre dire che è spesso accaduto, purtroppo, che le sanzioni “automatiche” previste dalla legge Severino abbiano inflitto una lesione alla comunità politica sostanzialmente più grave del male che la stessa legge si riprometteva di arginare, tenuto anche conto che esistono già anche altri sistemi di interdizione all’accesso alla vita pubblica a seguito di condanna.
L’Organismo Congressuale Forense ha quindi deliberato di organizzare quanto prima un incontro con il presidente del Comitato per il SI, dott. Carlo Nordio e
- di proporne la condivisione al Cnf, alla Cassa Forense e alle Associazioni forensi;
- di invitare tutti gli Ordini degli Avvocati a promuovere la mobilitazione dei propri iscritti e della propria comunità sui temi referendari;
- di mettere a disposizione di chiunque vorrà utilizzarla per ulteriori iniziative la registrazione dell’evento mediante pubblicazione sul proprio sito web.
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