Ordine degli Avvocati di Napoli, scontro sull'incarico esterno
Chiesto l'accesso agli atti del Consiglio
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Comunicati, repliche, istanze, richieste di accesso agli atti: non si può dire che all’interno del Consiglio dell’Ordine avvocati si respiri un’aria vacanziera. L’ultima novità è di ieri mattina quando i consiglieri Sorge, Altamura, Longhi, Aprea e Prisco hanno inviato una richiesta di accesso agli atti, chiedendo nello specifico la documentazione afferente l’incarico affidato, con il loro voto contrario, alla società che si sta occupando della riorganizzazione della contabilità del Consiglio.
Nei giorni scorsi il parlamentino forense ha partecipato i suoi iscritti della decisione di conferire incarico di «supporto in ambito amministrativo-contabile», ad un advisor di consulenza e organizzazione contabile, leader a livello internazionale, con la finalità di porre in essere una serie di interventi straordinari, resi necessari da una pregressa confusionaria gestione amministrativa e contabile dell’Ente, che ha determinato l’impossibilità di redigere il bilancio consuntivo 2022, relativo alla gestione della precedente consiliatura, e il piano finanziario 2023.
In risposta a tale comunicato, i consiglieri titolari dell’iniziativa «stigmatizzavano il comportamento dell’attuale governance consiliare, adducendo elementi opposti a base della decisione della maggioranza del Consiglio dell’Ordine degli avvocato di Napoli ad affidare ad una società privata esterna il delicato compito di portare la classe all’approvazione del bilancio». Successivamente è stata inviata al Consiglio la citata istanza di accesso agli atti: in essa viene sottolineato il fatto che l’incarico alla società di revisione (la Kpmg) non sarebbe stato preceduto da alcuna procedura di selezione o da alcuna manifestazione di interesse. Inoltre, gli atti inerenti a questo nuovo incarico, come ad esempio le spese (si conosce soltanto l’acconto di novemila euro), per quanto reiteratamente richiesti, non sarebbero mai stati messi a disposizione.
Pronta la risposta da parte di Immacolata Troianiello, presidente degli avvocati: «Prescindendo dalla previsione del termine ex lege di 30 giorni per dare riscontro agli istanti, si tratta di un incarico concesso all’unica società che ha presentato il preventivo e che risulta nettamente al di sotto della soglia prevista dal codice degli appalti. In ogni caso, per ben due sedute consiliari consecutive è stato portato all’attenzione dei consiglieri la scelta della società di revisione, chiedendo agli stessi di fornire nomi e indicazioni in tal senso, senza esito alcuno. Inoltre, nell’affidamento dell’incarico sono stati rispettati i limiti della gestione in esercizio provvisorio, senza aggravio di costi per l’Ente, grazie anche alla gestione rigorosa effettuata dall’attuale tesoreria del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, che ha ottenuto risparmi, accuratamente descritti in Consiglio, tali da consentire di far fronte alla spesa del summenzionato advisor di consulenza e organizzazione contabile».
Il presidente Troianiello ha concluso evidenziando che «affidarsi a una società esterna è stata una iniziativa assolutamente necessaria ed urgente, in quanto volta a realizzare le condizioni essenziali di sana gestione finanziaria e ad evitare il prodursi di maggiori danni connessi all’impossibilità di controllare il rispetto degli equilibri finanziari». Un botta e risposta che si consuma in piena estate, quando gran parte del Palazzo di giustizia è fermo per la sospensione estiva. Facile immaginare che alla ripresa dell’attività lavorativa, possa riprendere lo scontro sull’incarico assegnato a un consulente esterno.
Il Mattino
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