Anno: XXV - Numero 218    
Mercoledì 27 Novembre 2024 ore 13:40
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Palermo. Armetta nuovo presidente dell'Ordine degli avvocati

37 anni, prende il posto dell'uscente Giovanni Immordino che aveva lasciato la carica per ragioni personali. Insorge l'opposizione in Consiglio: "Ci siamo astenuti dalla votazione"

Palermo. Armetta nuovo presidente dell'Ordine degli avvocati

Antonello Armetta, 37 anni, è il nuovo presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo. Lo ha eletto il Consiglio dell’Ordine, dopo le dimissioni da consigliere dell’uscente Giovanni Immordino, che ha lasciato per ragioni personali. Armetta era il segretario dell’Ordine forense palermitano e il suo posto è stato preso adesso da Dario Greco, che sarà il nuovo segretario.

Fra le questioni aperte anche la ineleggibilità di chi aveva fatto più di due mandati, che due anni fa aveva sconvolto la composizione del Consiglio, travolto da dimissioni e incompatibilità con le cariche. Il nuovo presidente resterà in carica fino a gennaio 2023.

Polemica l’opposizione in Consiglio, che si è astenuta dall’ultima votazione. “L’azione politica di quella che si proclama maggioranza – è scritto in un comunicato – si è contraddistinta per la mutabilità dei criteri con i quali attribuire i ruoli direttivi del nostro prestigioso consiglio. I criteri adottati nella nomina delle cariche dell’ufficio di presidenza si sono basati su una sorta di ius hereditario saldato col un pedissequo diritto al comando”. A firmare il documento gli avvocati Mario Bellavista, Michele Calantropo, Luca Librizzi, Ivana Mazzola, Valeria Minà, Daniele Solli e Luciano Termini. “Questa maggioranza, che con tutta probabilità non è riuscita a staccarsi da una direzione esterna – scrivono – continua a manifestare livelli di antidemocraticità intollerabili. E fa specie che da più parti si proponga un futuro democraticamente unito quando si impone un presente volontariamente diviso. Non abbiamo indicato alcun candidato frutto di compromessi politici, non indicheremo alcun candidato nemmeno in futuro che non sia frutto di volontà condivisa da tutto il Consiglio”.

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