Prescrizione, il no di Ocf
La campagna dell’organismo forense. «La riforma viola la Costituzione ed equivale a una resa rispetto ai fallimenti del sistema penale», dice il coordinatore Malinconico
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Una campagna social molto incisiva per dire no allo stop della prescrizione. Contro la riforma si muove l’Organismo congressuale forense perché «accettarla significa non solo violare la Costituzione, ma ammettere il fallimento del nostro sistema giudiziario», spiega Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Ocf.
In uno dei post diffusi su Facebook si racconta la storia di Sabrina, commercialista rimasta nove anni sotto inchiesta per riciclaggio, che ha visto la propria vita professionale distrutta da un’indagine per la quale il gup ha poi dichiarato il non luogo a procedere. Una storia vera, per la quale è stato cambiato solo il nome, per tutelare la protagonista ed evitare che al danno del processo si aggiunga quello della gogna mediatica, «in un Paese nel quale, secondo autorevoli esponenti della magistratura, gli assolti sono solo colpevoli che l’hanno fatta franca. È riduttivo pensare infatti solo agli effetti, seppur aberranti, che il maturare della prescrizione produce quando il processo si svolge nei confronti di imputati colpevoli», osserva l’avvocato Malinconico, «ci dobbiamo chiedere cosa accadrebbe agli innocenti costretti a subire gli effetti devastanti di un giudizio destinato a non estinguersi mai. Come avvocati e come Ocf ci opponiamo, ci siamo opposti e continueremo a farlo, a questa riforma. Si intervenga sulla durata dei processi senza compromettere il diritto alla giustizia. Noi staremo sempre dalla parte del diritto e dei diritti di tutti, nessuno escluso. Non possiamo accettare che la demagogia guadagni spazio distruggendo secoli di cultura giuridica fondata su un principio millenario come in dubio pro reo », conclude Malinconico, «meglio un colpevole assolto che un innocente in galera».
Fonte. Il Dubbio
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