Anno: XXV - Numero 235    
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Prescrizione, penalisti in sciopero dal 21 al 25 ottobre

La protesta contro le nuove norme sulla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado

Prescrizione, penalisti in sciopero dal 21 al 25 ottobre

Con delibera del 30 settembre scorso l’Unione delle camere penali ha proclamato l’astensione degli avvocati dai processi per i giorni dal 21 al 25 ottobre 2019 (scarica il testo in calce). La protesta dei penalisti è legata alla prossima entrata in vigore della nuova disciplina sulla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. L’art. 159 c.p., nel testo introdotto dalla legge 9 gennaio 2019, n. 3 (la c.d. legge spazza-corrotti), in vigore dal 1° gennaio 2020, stabilisce che “il corso della prescrizione rimane […] sospeso dalla pronunzia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell’irrevocabilità del decreto di condanna”. Con la riforma si realizza sostanzialmente l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado; la prescrizione non potrà più maturare nei giudizi di appello e di cassazione, con il rischio di un allungamento incontrollato della durata dei processi (le statistiche giudiziarie dicono che per il 25% dei processi la prescrizione matura in grado d’appello). Le Camere Penali, se da un lato condividono l’idea della necessità di un intervento legislativo volto a ridurre in modo drastico ed efficace la durata dei processi, dall’altro sottolineano che questo obiettivo non può essere perseguito a discapito delle garanzie costituzionali che assistono l’imputato nel processo. La prescrizione, lungi dall’essere uno strumento a tutela di potenti e ricchi per sottrarsi all’accertamento delle responsabilità di fronte alla legge, rappresenta un “irrinunciabile rimedio alla patologia di indagini e processi che durano decenni”. Ad una società che voglia dirsi civile ripugna l’idea che un cittadino possa essere tenuto sotto processo per un tempo infinito. L’intera comunità dei giuristi – ex presidenti della Consulta e rappresentanti del mondo dell’accademia – già al momento della promulgazione della legge avevano segnalato al Presidente della Repubblica i molteplici profili di incostituzionalità della nuova disciplina. L’obiettivo dell’iniziativa dei penalisti è quello di informare e coinvolgere in un pubblico dibattito le forze politiche, l’avvocatura, la magistratura, l’Università, gli esponenti della cultura e della società civile, per impedire che si affermi nel nostro Paese l’idea incivile ed incostituzionale dell’”imputato a vita”.

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