Prima giornata del seminario contro il femminicidio del Movimento forense
La seconda giornata è prevista il 14 luglio a Rocca di Neto alle 17,30.
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Prima giornata a Cirò Marina del Seminario Giuridico contro il femminicidio accreditato e patrocinato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Crotone ed il patrocinio dell’Unicusano Crotone, del direttore Leonardo Maria Rocca, m moderato e introdotto dall’avvocato Salvatore Rocca, Consigliere Coa Crotone, membro della Commissione formazione & Cultura e presidente del Movimento Forense di Crotone.
Hanno partecipato l’avvocato Vincenza Crogliano, assessore al comune di Cirò Marina e componente direttivo MF Crotone per delega del sindaco Ferrari, del presidente della sezione Penale del Tribunale di Crotone Massimo Forciniti già consigliere del Csm, di Domenico Bilotti, Paolo Carnuccio e degli avvocati Francesco Iacopino, Teresa Paladini, Stefania Leotta, Silvana Tassone, Maria Stefania Arcuri, Elisa Barretta, Teresa Battigaglia, Flaviana Leonardi e del Got Raffaela Dattolo, oltre che dei colleghi Fabio Mungari e Pietro Durante. Salerno, ha consegnato a nome del Movimento Forense un mazzo di fiori per la signora Silvia Lettieri.
“Il direttivo del movimento forense di Crotone – si legge in una nota dei promotori – ha voluto il seminario giuridico odierno sulla violenza di genere ed il femminicidio, in quanto il fenomeno ad oggi sta diventando insostenibile. Dobbiamo riflettere e sensibilizzare una società civile contro ogni violenza sulla persona! Ed in particolare contro ogni violenza di genere! Alla data odierna, relativamente al periodo 1 gennaio – 19 giugno 2022 sono stati registrati 56 vittime donne, di cui 49 uccise in ambito familiare ed affettivo; di queste, 29 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner (nel 2022 le vittime di omicidio volontario commesso dal partner/ex partner sono tutte di genere femminile).
Ad oggi l’attuale governo ha depositato il Disegno di legge n. 2530 recante “disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica”, che ora intraprenderà l’iter parlamentare.
Il ddl è il risultato del lavoro congiunto delle ministre Marta Cartabia (Giustizia), Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia), Luciana Lamorgese (Interno), Maria Cristina Messa (Università e Ricerca), Mariastella Gelmini (Affari regionali ed Autonomie), Maria Rosaria Carfagna (Sud e Coesione territoriale), Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Erika Stefani (Disabilità), Il ddl mira a introdurre: – misure che incidono sulle pene relative a reati di violenza contro le donne; – la possibilità di applicare il fermo in presenza di forti indizi di reato; – misure più severe per coloro che già sono stati ammoniti dal questore o nelle ipotesi di violenza assistita; l’obbligo di utilizzo del braccialetto elettronico e più rigorosi percorsi di recupero per gli uomini maltrattanti; – provvisionale per gli orfani di femminicidio, da erogare subito sin dalla fase delle indagini e non già solo dopo la condanna. Il disegno di legge si compone di 11 articoli e persegue un duplice obiettivo: quello di rafforzare sia gli strumenti di prevenzione sia quelli di protezione delle donne.
Il testo, che sarà portato all’esame parlamentare, interviene con modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale, al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159) e ad alcune leggi speciali.
Tra gli interventi previsti, la possibilità di applicare il fermo di fronte a forti indizi di reati che possono costituire un pericolo per le donne. Altre misure sono rafforzate, come quelle relative all’ammonimento del questore, e sono inaspriti quei reati, come la violenza privata grave o aggravata, che siano – ad esempio – compiuti in presenza di minori.
Più rigorosi anche i percorsi di recupero, nei casi di sospensione condizionale della pena, e più stringente l’obbligo di utilizzo del braccialetto elettronico.
Infine, il decreto introduce anche una provvisionale per gli orfani di femminicidio, che sarà erogata sin dalla fase di indagini preliminari, e non più al termine del processo”.
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