Processo penale telematico: una sospensione prevedibile
Anche l'Associazione Nazionale Magistrati ha espresso una dura critica al sistema, definendolo non pronto e inaffidabile.

Il Processo Penale Telematico (PPT), entrato ufficialmente in vigore il 1º gennaio 2025, avrebbe dovuto rappresentare una svolta epocale per il sistema giudiziario italiano. Tuttavia, i primi giorni di operatività sono stati segnati da gravi problemi tecnici che hanno obbligato molti tribunali, tra cui quelli di Roma, Napoli e Milano, a sospendere l’utilizzo dell’App per il deposito telematico degli atti. Le difficoltà riscontrate hanno costretto magistrati e avvocati a tornare temporaneamente agli strumenti tradizionali, con documenti redatti e depositati in forma cartacea.
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso una dura critica al sistema, definendolo “non pronto e inaffidabile”. Tra i principali problemi segnalati, figurano frequenti bug, rallentamenti e l’impossibilità per alcuni utenti di accedere al portale.
La Giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale Magistrati, il 4 gennaio, ha evidenziato che l’applicativo è stato imposto in uso “senza che fosse adeguatamente testato presso gli uffici” e nonostante i “numerosi malfunzionamenti” riscontrati. Inoltre, i magistrati hanno sottolineato che, “pur a fronte delle criticità segnalate da quasi tutti gli uffici coinvolti nella sperimentazione del sistema, si è proceduto senza considerare adeguatamente la carenza di risorse e infrastrutture tecnologiche necessarie per garantire ai Tribunali un’efficace gestione dei processi tramite strumenti digitali.”
La transizione al digitale, pur necessaria e in linea con le evoluzioni europee, richiede una pianificazione accurata, risorse adeguate e un’infrastruttura tecnologica affidabile.
Il Ministero della Giustizia ha promesso interventi rapidi per risolvere i problemi riscontrati. Tuttavia, la vicenda riaccende il dibattito sulla digitalizzazione della giustizia italiana: un obiettivo strategico che, per essere raggiunto, deve garantire efficienza e sicurezza, evitando improvvisazioni che rischiano di minare la credibilità del sistema.
Il Processo Penale Telematico, da rivoluzione promessa a difficili realtà, evidenzia come la digitalizzazione della giustizia non sia solo una questione tecnologica, ma anche un banco di prova per l’intero Paese.
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