Professione Avvocato. Le nuove sfide della professione forense
La forza della dialettica, un certo rigore morale, una preparazione all’altezza.
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Il tutto magari coniugato ad un tocco di sana “teatralità” da esporre sul palco dei tribunali. Lo stereotipo dell’avvocato ne ha di colore da vendere, dipinto spesso tra cinema e serie televisive protese alla fase “spettacolo”, quella in chiave di arringa finale. Perry Mason magari abita la realtà ma di certo le premesse sono mutate, governate dal sistema di formazione e dalle incertezze della libera professione. Un tema che coinvolge nel quotidiano le istanze dell’Ordine degli Avvocati di Trieste, realtà guidata dall’avvocato Alessandro Cuccagna, classe 1961, legale dal 1996 sul fronte Civile e Penale, in prima linea nel coordinare temi locali e patemi generali di una professione che ha mantenuto valore e fascino ma che deve fare i conti, ad esempio, con il filtro della formazione universitaria.
Vedi il percorso del 3 + 2, ovvero la laurea triennale di Scienze Giuridiche da completare (eventualmente) con il biennio magistrale che consente lo sbocco verso l’avvocatura e dintorni: “Stiamo verificando in effetti un calo della preparazione dei giovani in tal senso – attesta Alessandro Cuccagna – il triennio non sembra aver incentivato la mole culturale necessaria per l’approccio alla nostra professione. Il discorso tuttavia parte da lontano, l’Università non può colmare delle lacune che emergono già dai percorsi scolastici, dove – aggiunge il presidente dell’Ordine degli avvocati di Trieste – dovrebbero essere trasmesse maggiormente le componenti di studio rivolte al senso di Giustizia, dell’Educazione, della Difesa e della Sanità”.
Qualche numero. Attorno alla fine degli anni ’50 in Italia risultavano dai 30 ai 40.000 avvocati, attualmente sul territorio nazionale se ne registrano circa 200.000. A Trieste e dintorni le cifre sono anche esse ondivaghe: “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un leggero calo nel registro dei Praticanti –Cuccagna – anche se a cavallo tra il 2023 e i primi del 2024 vediamo uno sostanziale aumento. Anche nel resto del Triveneto i Praticanti sono limitati”.
Già, perché? Va detto che l’esame di Stato abilitante alla professione (fattibile dopo 18 mesi di tirocinio post laurea quinquennale) si sta rivelando una sorta di simpatico spauracchio e, dati alla mano, solo il 20% dei candidati ogni anno supera lo scoglio in Italia: “E’ un esame duro, è vero – conferma l’avvocato Cuccagna – durante la pandemia è stato tramutato in una specie di esame orale rafforzato ma si sta tornando alla prassi normale. Credo che la prova scritta sia imprescindibile, almeno una! Solo così ti rendi conto se il candidato ha nozioni forti, vera capacità e intensità nello studio. Ma, come dicevo, la qualità media è calata e anche per questo – aggiunge – variamo una serie di iniziative di formazione come i corsi di “linguaggio giuridico”, organizzati assieme ai colleghi del Triveneto, con cui tra l’altro c’è molta coesione e soprattutto assenza di logiche di campanile..”.
Il mercato poi si apre a diverse variabili, alla luce naturalmente anche delle specializzazioni scelte. La libera professione resta il sogno più gettonato ma gli orizzonti forse indicano dell’altro: “Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti – sottolinea ancora l’avvocato Cuccagna – e questo non deve spaventare ma indurci a nuove sfide e altre formazioni. L’Intelligenza artificiale ad esempio potrebbe rappresentare una grande opportunità per i giovani forensi. Parlo della tutela dei dati, delle consulenze e altri settori da esplorare all’interno del metaverso e delle sue vaste problematiche e applicazioni”. Insomma, sotto la toga c’è di più. A restare intatto tuttavia permane il retaggio, antico ma inviolabile, dell’avvocato, figura sospesa tra il respiro romantico e il dovere di giustizia: “Al di là delle epoche, l’avvocato resta al servizio della collettività, ricordiamolo – chiosa Cuccagna – ed è questo fondamentale ruolo sociale che dobbiamo sempre tenere a a mente e alimentare nel segno della tutela dei diritti e della leggi dello Stato. Per tutti”.
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