Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Protesta della camera penale Pierluigi Romano di Siracusa

I penalisti siracusani contro il Protocollo sul deposito telematico firmato in Tribunale

Protesta della camera penale Pierluigi Romano di Siracusa

I penalisti siracusani hanno espresso “stupore e rammarico” per questa decisione che rischia di ledere il diritto di difesa alla luce dell’inadeguatezza “del sistema telematico”, peraltro “non a regime che rischia di causare gravissime conseguenze a carico dell’indagato/imputato ma anche delle altre parti processuali, con preclusioni ed inammissibilità che possono risultare fatali” si legge nel documento del Consiglio direttivo della Camera penale di Siracusa.

Inoltre, “ in tale scenario si colloca l’attuale protocollo che reintroduce, dalla finestra, la paventata obbligatorietà, disponendo a carico del difensore, a partire dal 2 ottobre prossimo, l’impegno ad utilizzare in modo prioritario il Pdp e solo residualmente, “per eccezionali e motivate esigenze difensive nonché in caso di malfunzionamento del sistema” il deposito cartaceo” argomentano i penalisti siracusani.

Peraltro, Il Consiglio direttivo della Camera penale di Siracusa fa sapere che, in considerazione dell’inefficienza del sistema telematico, erano state esercitate pressioni sul ministro della Giustizia Carlo Nordio, “affinché venisse introdotta una proroga o meglio ancora affinché alla luce della lettera della norma, si posticipasse l’entrata in vigore del superiore obbligo all’emanazione dei regolamenti”.

In effetti, secondo la tesi dei penalisti,  con decreto ministeriale del 18 luglio del 2023 “si è disposto in tal senso”, per cui “solo a partire dal 15esimo giorno alla pubblicazione dei regolamenti, scatterà l’obbligo del deposito telematico in via esclusiva per tutti gli atti penali”.

In tal senso, “i penalisti italiani hanno ottenuto ascolto affinché il diritto di difesa non venisse pregiudicato dall’obbligatorietà del sistema telematico”.

Per questo motivo, i penalisti dichiarano di “non aderire a tale Protocollo che, in una ottica efficientista del processo penale sembra privilegiare le esigenze degli Uffici e della Cancellerie a detrimento del diritto di difesa che è e deve rimanere preminente ed inviolabile”.

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