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Giovedì 28 Novembre 2024 ore 13:00
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Rebus video udienze per il processo tributario

Sul contraddittorio online a regime è in arrivo il parere del Garante della Privacy Damascelli (Uncat): «Discussione da remoto solo per l’emergenza»

Rebus video udienze per il processo tributario

La video udienza tributaria si affaccia nell’attuale fase emergenziale come una terza opzione tra chi, i professionisti del fisco, chiede un’udienza pubblica con ingresso scaglionato, e chi, il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), preferisce seguire la soluzione adottata dal Mef con il contradditorio «documentale».

Video udienza emergenziale e a regime

Di fatto, però, si dovrà attendere il parere del Garante della privacy, cui il Mef ha chiesto di valutare il decreto con cui ha disciplinato l’udienza da remoto: una procedura da attuare non solo nell’attuale periodo contraddistinto dal rischio di contagio da Covid-19, ma anche a regime. C’è da dire che la giustizia tributaria è stata la prima, rispetto alle altre giurisdizioni, a dotarsi di una disciplina – l’articolo 16 del Dl 119/2018 – che prevede il processo telematico. Una norma inattuata anche nel cuore del lockdown, tanto da indurre il Cpgt ad adottare una serie di linee guida destinate alle Commissioni per evitare il black out del contenzioso.

Il rischio di un traffico all’estero dei dati

Non resta che attendere l’analisi della Privacy. Un parere che potrebbe giungere anche nei prossimi giorni, considerato che il Mef ha investito l’Autorità già a fine luglio. Sono tanti gli aspetti al vaglio, come la piattaforma di comunicazione, ossia Skype for business, di proprietà di Microsoft. In un caso simile – ma relativo al software Teams per la giustizia amministrativa – la Privacy ha già avuto modo di stigmatizzare l’uso di programmi di produttori stranieri, auspicando piuttosto l’utilizzo «di una piattaforma interna, gestita dagli (o sotto lo stretto controllo degli) organi di giustizia amministrativa», facilitando la creazione di «infrastrutture gestite collettivamente da o con altre amministrazioni pubbliche, evitando in radice flussi transfrontalieri interni od esterni all’Unione europea» che Teams non sarebbe in grado di assicurare in quanto di proprietà sempre di Microsoft.

L’applicativo in fase di ritiro a luglio 2021

A ciò si aggiunga un’altra incognita di non poco conto che rischia di rendere ancor più complesso il lavoro delle Commissioni tributarie, con riflesso negativo anche sui professionisti del fisco. Il software Skype for business, infatti, sarà ritirato dal produttore a luglio 2021. Ciò vuol dire che dopo pochi mesi di utilizzo dell’applicativo ci dovrà essere comunque una “migrazione” verso un altro programma, forse proprio Teams in quanto già utilizzato per le video udienze delle giurisdizioni civile, penale e amministrativa.

I tributaristi: no alla video udienza a regime

Al di là delle questioni tecniche, i tributaristi accolgono di buon grado la video udienza, ma solo per la fase emergenziale. «Se è una soluzione temporanea», spiega Antonio Damascelli, presidente dell’Unione camere avvocati tributaristi (Uncat), «siamo d’accordo. Ma dietro il decreto della udienza da remoto a regime potrebbe esserci l’intenzione di rendere tutto il contenzioso online, depennando di fatto l’udienza pubblica che è imprescindibile, come previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo».

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