Referendum sulla giustizia, le camere penali pronte al confronto
I referendum residui convocheranno il corpo elettorale ad esprimersi su temi che, nel complesso, si iscrivono nella tradizione delle idee liberali della giustizia penale, pur con rilevanza ed importanza tra loro diverse.
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Le decisioni della Corte costituzionale nei giudizi di ammissibilità hanno escluso dal voto i referendum di gran lunga più popolari per i temi trattati (eutanasia, droghe leggere, responsabilità dei magistrati), con ovvie conseguenze in ordine alla difficoltà – già constatata nelle precedenti occasioni elettorali – di raggiungimento del quorum. Ciò vale certamente per la proposta riforma delle norme sulla custodia cautelare, che esprime opportunamente la forte risposta all’abuso di un istituto diffusamente utilizzato, nelle quotidianità della nostra vita giudiziaria, in spregio dei principi costituzionali. Altresì meritevole di sostegno è il tema della separazione delle funzioni magistratuali, il cui referendum si propone di impedire che possano esservi passaggi, in particolare, dalla funzione requirente a quella giudicante, obiettivo in parte già raggiunto, ma ancora in modo insufficiente, sin dalla riforma Castelli.
Ucpi ritiene tuttavia indispensabile che il dibattito su questo pur significativo tema non venga surrettiziamente confuso per ciò che non è e non può essere, vale a dire il diverso tema della separazione delle carriere, che presuppone riforme di rango costituzionale volte a prevedere concorsi separati, consigli superiori della Magistratura separati, formazione professionale separata, rappresentanza associativa separata. Le norme della legge Severino che incidono sul diritto di elettorato passivo già solo in presenza di una sentenza di condanna non definitiva ci appaiono insanabilmente in contrasto con il principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza, e merita dunque il nostro sostegno l’intento di abrogarle.
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