Anno: XXV - Numero 214    
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Ricorsi elezioni Cnf: depositata un’interrogazione al ministro della giustizia

Da parte dell'on. Alberto Balboni (vicepresidente commissione giustizia, gruppo fdi, avvocato)

Ricorsi elezioni Cnf: depositata un’interrogazione al ministro della giustizia

Da quasi un anno continua la querelle sulle elezioni dell’avvocatura e sul divieto di superamento del secondo mandato consecutivo;

dopo la sentenza della Cassazione S.U. n. 32781/2018 e quella n. 173/2019 della Consulta, è stato chiarito che la legge 31 dicembre 2012, n. 247 ed il meccanismo elettorale dei Consigli territoriali e del Consiglio Nazionale Forense non sono incostituzionali, non sono retroattivi, sono di ampia applicazione per le cariche pubbliche, sono di portata generale nel più specifico ambito degli ordinamenti professionali;

in particolare la citata sentenza della Corte Costituzionale ha precisato quanto segue: «sta di fatto che la previsione di un limite ai mandati che possono essere espletati consecutivamente è un principio di ampia applicazione per le cariche pubbliche, citando espressamente, tra gli altri, «membri elettivi del Consiglio superiore della magistratura (CSM); componenti del Consiglio degli avvocati (…); membri del Consiglio nazionale forense», ed affermato che «è comunque, un principio di portata generale nel più specifico ambito degli ordinamenti professionali»;

pur con le statuizioni recenti delle massime autorità giurisdizionali, il Consiglio Nazionale Forense non si è adeguato alla loro decisione ed oggi ci sono 9 eletti allo stesso organismo in contrasto con la previsione di legge;

in reazione alla lamentata condizione di illegalità sono stati introdotti plurimi giudizi, sia avanti i Giudici ordinari che avanti quelli amministrativi;

del pari, da parte di avvocati ed associazioni forensi, risultano inoltrate al Ministero della Giustizia decine di richieste di commissariamento del CNF, nelle quali si chiede che poi si proceda in tempi brevi a nuove elezioni nei Distretti, al fine garantire la corretta composizione ed il corretto funzionamento del CNF stesso;

il 23 luglio scorso, nel corso di un’audizione al Senato avanti la Commissione Giustizia, l’interrogante, che ricopre peraltro l’incarico di vicepresidente della medesima Commissione, chiedeva al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede quale fosse l’intenzione in materia, da parte del ministero che ha il compito di vigilanza su tutta l’avvocatura;

il Guardasigilli replicava che, mentre in riferimento ai Consigli degli ordini circondariali forensi si era intervenuti anche con decreto legge e poi con un emendamento in conversione di altro decreto, con riguardo al Consiglio Nazionale Forense erano pendenti giudizi e quindi, che la parola stava alla magistratura, ed in particolare al TAR;

in effetti, all’epoca erano pendenti due giudizi avanti il TAR e poco dopo il tribunale si era poi pronunciato declinando la giurisdizione del giudice ordinario;

in successione al TAR, a cagione del permanere della condizione di illegalità del CNF, uno dei ricorrenti ha proposto azione ex art. 700 del Codice di procedura civile avanti il tribunale di Roma per sentir dichiarare l’illegittimità dell’elezione del consigliere del Consiglio Nazionale Forense Antonio Baffa;

il giudice monocratico del tribunale di Roma ha accolto il ricorso con ordinanza di 14 pagine;

non accettando la decisione del tribunale romano, il resistente e soccombente consigliere del CNF Baffa ha svolto reclamo avanti il collegio;

contro la decisione che rileva la sua elezione illegale e ordina di estrometterlo dal Consiglio Nazionale Forense;

in tale successivo giudizio di impugnazione si è costituito, con autonomo reclamo pure il medesimo Consiglio Nazionale Forense;

ciononostante, quanto detto in audizione dal ministro di Giustizia in merito al lasciare la parola alla magistratura, disattendendo quanto esposto al legislativo, nel giudizio di reclamo introdotto dal consigliere soccombente Baffa e dal Consiglio Nazionale Forense anche il ministero si è costituito chiedendo l’accoglimento di quanto richiesto dal consigliere Baffa e dallo stesso Consiglio Nazionale Forense;

si chiede di sapere:

se il Ministro sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e, in particolare, della costituzione in giudizio dello stesso ministero;

se il Ministro ritiene di poter spiegare l’attività giudiziale del Ministero in contrasto con quanto da egli annunciato nella citata audizione;

se non ritenga intervenire immediatamente facendo ritirare la costituzione del ministero affinché sia confermata la posizione di neutralità annunciata in sede di audizione.》

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