Si ripristini al più presto la piena efficienza nelle relazioni tra difensore e detenuto, con l'utilizzo di mail e pec.
Ocf chiede che il Dap intervenga al più presto per evitare che interpretazioni restrittive sulle comunicazioni tra difensore ed assistito in vinculis, si traducano in una minorata difesa ed in un conseguente trattamento inumano del detenuto, promuovendo una adeguata organizzazione del lavoro di ricezione di mail e pec inviate dai difensori.
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L’invito che alcuni Direttori di carcere stanno inviando agli Avvocati per evitare l’invio di mail o pec per comunicare con i propri assistiti, trasmettendo documentazione processuale, si traduce in una inutile ed evitabile compressione dei diritti di difesa.
Sorprende infatti che proprio mentre viene imposto il processo penale telematico si proceda esattamente al contrario nell’ambito carcerario, riducendo l’utilizzo della tecnologia e vanificando così il lavoro di anni ed anni che gli Ordini hanno prodotto, con la stipula di numerosi protocolli con le case di reclusione, proprio per garantire ai detenuti una migliore e più efficiente difesa.
Tale brusco revirement non si può giustificare neppure con il richiamo ad una recente circolare del Dap che riguarda l’utilizzo del fax e comunque non può certo definirsi improprio il ricorso a mail e pec per comunicare rapidamente con il detenuto, trasmettendogli atti processuali.
Con riferimento poi alle difficoltà lamentate dalla Polizia Penitenziaria, il cui organico è notevolmente carente, a visionare e “scaricare”gli atti inviati dai difensori, occorre dire che tale verifica è ancora più complessa quando avviene al momento del colloquio in presenza o a seguito di un invio tramite posta ordinaria e che comunque l’ ampliamento dell’ utilizzo della mail e della pec
può essere visto come un cambiamento in senso migliorativo anche in termini di risorse umane, purché riorganizzate a tal fine,
È pertanto indispensabile che il Dap intervenga al più presto per evitare che interpretazioni restrittive sulle comunicazioni tra difensore ed assistito in vinculis, si traducano in una minorata difesa ed in un conseguente trattamento inumano del detenuto, promuovendo una adeguata organizzazione del lavoro di ricezione di mail e pec inviate dai difensori.
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